Il decreto sulla deregulation economica, che contiene la riforma sul lavoro, in Argentina, fortemente voluto dal presidente neo eletto Javier Milei, è stato bloccato dalla milei del Lavoro. Una decisione stimolata dal ricorso che il principale sindacato generalista del paese, ovvero la Confederazione Generale del Lavoro, ha presentato immediatamente dopo l’annuncio del decreto, promettendo anche uno sciopero generale nazionale che verrà avviato alla fine di gennaio.
Su decisione della Giustizia in Argentina, insomma, il decreto del lavoro di Milei, inserito nel maxi decreto composto da più di 300 articoli, è stato temporaneamente sospeso, in vista della decisione definitiva che prenderà la Corte suprema non prima della fine di febbraio, al ritorno dalle ferie. Secondo i giudici, infatti, “tenendo conto che sono in gioco diritti essenziali non ho dubbi che sono prefigurate le circostanze gravi e indeclinabili che giustificano l’applicazione di una misura cautelare nei confronti di quanto decretato nel capitolato sul lavoro”. Insomma, non si tratta di uno stop completo al maxi decreto di Milei, che è già entrato in vigore in Argentina, ma solamente di una temporanea interruzione degli articoli che riguardano strettamente il lavoro, che comprende articoli sui contratti, sui licenziamenti e sulle indennità.
L’opposizione dell’Argentina al maxi decreto di Milei
Insomma, dopo alcune giornate di battaglie, parte del maxi decreto per la deregulation dell’economia argentina è stato bloccato, anche se la decisione definitiva spetterà solamente alla Corte suprema, mentre lo stop odierno potrà essere impugnato dal governo. Contestualmente, la Corte ha accolto la mozione contro il decreto, annunciando che ne valuterà la costituzionalità a fine febbraio.
Complessivamente, secondo Ansa, contro il decreto di deregulation in Argentina sono già stati presentate oltre 25 richieste di sospensione, mentre il consigliere presidenziale, Federico Sturzenegger, ha annunciato che nelle prossime settimane verrà presentato un altro disegno di legge che preveder l’eliminazione di altre 160 norme attualmente in vigore. Oltre al fronte giudiziario, però, contro il maxi decreto di Milei è insorta anche la popolazione dell’Argentina, che da giorni presidia le strade delle grandi città, manifestando dissenso per la riforma.