Quando il 31 gennaio 1969 al negozio della famiglia di Ermanno Lavorini arrivò una telefonata, fu la sorella Marinella a rispondere. Dall’altra parte della cornetta, un adulto pronunciò: «Ermanno non tornerà a casa, anzi ritorna dopo cena. Dica a suo padre di preparare 15 milioni e di non avvertire la polizia». La prima cosa che fece è urlare, poi annunciò al resto della famiglia del rapimento del fratello che aveva all’epoca 12 anni. Invece Marinella aveva 21 anni. Era il primo minore rapito in Italia. La casa di Armando e Lucia Lavorini, i genitori di Ermanno, dava sulla grande piazza del mercato piena di bancarelle e chioschi.
Armando e Lucia Lavorini, i genitori di Ermanno, aveva un negozio di confezioni con le vetrine su via Fratti e su via Verdi: era praticamente sotto l’appartamento. Tutto il palazzo, di tre piani, era di proprietà di Armando Lavorini. Si era fatto dal nulla, dapprima a Borgo Muggiano, vicino a Lucca, poi a Milano, dove girava mercati e vendeva biancheria. Dalle bancarelle e la povertà all’agiatezza, quasi ricchezza.
FAMIGLIA ERMANNO LAVORINI: GENITORI E SORELLA
Si diceva anche che fosse stata deputata in comune una licenza per la costruzione di un fabbricato di molti piani. Poi quella telefonata che cambiò per sempre la loro vita. Era carnevale, non un giorno qualunque a Viareggio. Marinella Lavorini si mise alla cassa in negozio, come sempre, col telefono accanto. La madre la chiamò per informarla che il figlio Ermanno non era ancora tornato a casa per fare i compiti. Poi una nuova chiamata e l’allarme. Lucia, la mamma, è stata l’ultima persona della famiglia a vedere il figlio vivo in quel venerdì di gennaio 1969. Col marito gestiva l’attività in centro. Lucia e Armando Lavorini sono morti nel 2001. Della sorella Marinella, invece, non si sa nulla riguardo gli anni successivi alla tragedia.