Maxi operazione di Procura e Guardia di Finanza in Sicilia con 8 arresti tra funzionari Anas e diversi imprenditori sparsi tra Catania, Agrigento e Caltanissetta: all’alba sono scattati i provvedimenti coordinati dal pm Zuccaro e dai sostituti Fabio Regolo e Fabrizio Aliotta che da tempo seguivano l’inchiesta sui lavori di manutenzione stradale comminati, pagati ma di fatto mai eseguiti. L’operazione “buche d’oro” ha impiegato un ingente numero di inquirenti scoprendo un voto business di tangenti per tali lavori pubblici mai conclusi e alle volte neanche cominciati; come riporta la Procura di Catania, «i lavori di manutenzione straordinaria venivano pagati con cifre a tanti zeri, ma non venivano mai eseguiti fino in fondo». Tra cantieri truffa, operai “fantasma” e manto stradale per nulla sistemato, l’inchiesta della Procura di Catania ha svelato un vasto giro criminale di truffa alla Pubblica Amministrazione e non solo. Gli 8 arrestati questa mattina sono tutti indagati in «concorso per corruzione perpetrata nell’esecuzione dei lavori di rifacimento di strade statali della Sicilia orientale e centrale».
ARRESTI ANAS IN SICILIA: TUTTI I COINVOLTI
La “dinamica” del reato in realtà era molto semplice: come spiega la Procura di Catania, si era creato negli anni tra l’Anas e diversi imprenditori un giro di “affari” che vedeva una distruzione a cascata di mazzette create attorno a cantieri stradali-truffa. I lavori di manutenzione stradale comminate da comuni e Regione Sicilia, laddove vi erano buche e strade disastrate, venivano pagati in anticipo con cifre altissime salvo poi non essere quasi mai eseguiti i lavori fino in fondo. Come riporta Live Sicilia, il passo deciso verso la conclusione dell’inchiesta è giunto lo scorso 20 settembre quando un imprenditore è stato sorpreso in flagranza di reato mentre consegnava una mazzetta da 10mila euro a due funzionari all’interno degli uffici Anas di Catania. «Con l’importo destinato a 24 chilometri della strada statale 114, ne sono stati realizzati appena 2», riporta Fanpage su informazioni della Procura che in quei giorni interrogò l’imprenditore che confessò l’intero giro connesso. Nelle intercettazioni analizzate i vari imprenditori coinvolti parlavano di “lavori in economia“, ma ovviamente non a vantaggio dei cittadini: il risparmio del 20 per cento sull’importo dei lavori era, in fin dei conti, per la spartizione dei profitti. Secondo quanto riportato dal portale Live Sicilia, i nomi degli imprenditori/funzionari coinvolti negli arresti – che dovranno ovviamente difendersi e porre la propria versione dei fatti negli imminenti interrogatori della Procura – risultano: Gaetano Trovato, Salvatore Truscelli, Pietro Matteo Iacuzzo, Roberto Priolo, Calogero Pullara, Giuseppe Romano.