LE RIVELAZIONI DEL “DOMANI” SUL CASO ARTEM USS: “CIA NON L’HA SEGNALATO COME SPIA”
Nel vasto caso diplomatico internazionale sull’asse Italia-Russia-Usa – ovvero la fuga dai domiciliari di Artem Uss, ora in Russia – riuscire a ristabilire la catena di fatti avvenuta nelle scorse settimane appare sempre più complesso, specie dopo le ultime rivelazioni fatte oggi dal “Domani” citando documenti interni degli 007 italiani. La pericolosità del soggetto Artem Uss avrebbe dovuto imporre un regime di più stretta sorveglianza eppure dagli Usa ai giudici di Milano, passando per il Ministero della Giustizia sembrano emergere su tutti i campi diverse potenziali responsabilità.
L’intelligence italiana non sapeva della pericolosità e del grado di spia che rappresentava Uss per l’Occidente e il motivo è semplice, sostiene Giovanni Tizian sul “Domani”: «per la Cia Uss non è mai stato una spia, ma “solo” un faccendiere incriminato dall’Fbi», rivelano fonti autorevoli dell’intelligence al quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi. Un problema dunque all’origine non trattato come “sicurezza nazionale” ma come semplice “delinquente”, per questo non segnalato ai servizi segreti italiani.
CAOS ARTEM USS, LE COMUNICAZIONI DEGLI 007 AL GOVERNO
Il rimpallo delle responsabilità ora è enorme, da Washington alla Procura di Milano, passando per il Ministero del Governo Meloni: occorrerà far luce sulle varie responsabilità per provare a capire perché Artem Uss sia ora in Russia e non sotto la tutela delle forze occidentali impegnate a sostenere l’Ucraina contro l’invasione russa. Al netto però delle accuse lanciate dagli Usa al Ministro della Giustizia Nordio sul tema del braccialetto elettronico a cui era stato sottoposto ai domiciliari Artem Uss nell’appartamento di Basiglio, nel Milanese, resta un fatto: «l’intelligence italiana, in tutte le sue articolazioni, nulla sapeva del potenziale pericolo rappresentato da Uss per la sicurezza nazionale. Non per colpa loro», scrive ancora “Domani” citando fonti strette degli 007.
Non ci sono state segnalazioni dell’intelligence Americana, neanche dopo la fuga di Uss verso Mosca: ma dell’assenza di comunicazioni da parte dell’intelligence Usa è certo anche il Copasir che negli scorsi giorni ha anche sentito la Premier Giorgia Meloni. «Anche sulla fuga sono state dette e scritte molte cose sul ruolo di spie russe che avrebbero agevolato Uss nella fuga. Tuttavia, da quanto risulta a Domani, ai nostri servizi non hanno alcuna evidenza su un commando di spioni di Putin nell’esfiltrazione del figlio del governatore siberiano», rileva ancora il quotidiano dopo aver verificato le proprie fonti presso gli 007 italiani che hanno informato Palazzo Chigi negli scorsi giorni all’esplodere del caso diplomatico mondiale.