Asprilla è uno dei giocatori più iconici passati per il calcio italiano. Colombiano, classe 1969, arrivò in Italia nel 1992 al Parma, dove vinse trofei importanti come due Coppe UEFA, una Supercoppa UEFA, una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia. L’ex attaccante, però, ha sempre fatto parlare di sé anche fuori dal campo, tra donne, infortuni bizzarri, arresti e copertine di giornali hot. La vita dopo il calcio procede a gonfie vele per il colombiano, che a La Gazzetta dello Sport ha raccontato: “Va alla grande. Ho un’azienda agricola, vendo canna da zucchero al governo colombiano. E attraverso una campagna pubblicitaria commercializzo preservativi. Sapete, il sesso per me è sempre stato importante…”.
I ricordi dell’Italia sono “La bella vita, le belle donne e… i rubinetti”. Il colombiano ha spiegato il curioso aneddoto: “Volevo spedire ai miei familiari in Colombia qualcosa che potesse sembrare molto costoso: vidi dei rubinetti dorati in un grande magazzino, ne acquistai dieci scatole, le mandai in Sudamerica e io, per quelli di Tulua, diventai il riccone che aveva sfondato nel calcio italiano. Credevano fossero d’oro, mica di metallo. Dalle mie parti l’apparenza conta spesso più della sostanza”.
L’impatto con il calcio italiano
L’impatto con il calcio italiano per Asprilla fu “Fantastico. Al Parma mi trovai subito benissimo. Avevano appena vinto la Coppa Italia e poi assieme vincemmo la Coppa delle Coppe a Wembley e la Supercoppa Europea contro il Milan. Compagni meravigliosi: Apolloni, Osio, Melli…”. Con l’allenatore Scala, comunque, non sono mai mancate le polemiche: “Io non stavo alle regole. Un giorno mi voleva far correre attorno ai bastioni della Cittadella e gli dissi che non ero mica Forrest Gump. Il calcio, per me, è sempre stato divertimento. Niente regole, niente schemi”.
La giornata tipo di Asprilla, dopo il ritiro, è diventata di puro ozio e divertimento: “Sveglia a mezzogiorno. Colazione abbondante a base di frutta. Riposino pomeridiano. Doccia, cena e feste fino all’alba”. Il lavoro? “Ho tanti dipendenti, ci pensano loro. Io dirigo. E a volte gioco ancora a pallone: ho una squadretta, qui a Tulua”. Durante la carriera di Asprilla non sono mai mancate le bravate, come quella del 1995: “Festeggiai il Capodanno sparando in aria quattro o cinque colpi di rivoltella, che cosa volete che sia dalle nostre parti? Solo che io ero un personaggio famoso, i poliziotti mi portarono in caserma, chiamarono i dirigenti del Parma che dovettero pagare la cauzione. E la domenica dovevo essere in campo perché c’era Parma-Juventus. Diciamo che non mi preparai al meglio”.
Asprilla e la passione per le donne
Una delle grandi passioni di Aspilla sono sempre state le donne e l’ex giocatore non lo ha mai nascosto. A Gazzetta ha raccontato: “Le donne mi sono sempre piaciute, e parecchio. Una volta ho anche posato nudo per un giornale italiano, e il cavalier Tanzi, che mi voleva bene ma andava a messa tutte le domeniche, si arrabbiò moltissimo. Il fatto è che di fronte a una bella donna non so resistere: devo corteggiarla. Infatti, dopo il divorzio da Catalina, non mi sono mai più sposato. Tante relazioni, ma nessuna fissa. Sa che cosa facevo con i miei compagni al Parma?”.
L’ex attaccante colombiano ha proseguito: “Ci allenavamo in Cittadella, a trecento metri dallo stadio Tardini. Per raggiungere il campo usavamo un pullmino. Alla fine dell’allenamento io mi mettevo alla guida e, anziché rientrare al Tardini per fare la doccia, con altri sei o sette andavamo in giro per Parma a salutare le belle ragazze e le commesse dei negozi. Questo era il mio mondo: libero, puro”.