Da parte dell’INPS sono iniziati i controlli sulla sussistenza dei requisiti per godere dell’assegno sociale 2025. Si fa riferimento nello specifico, ai proventi dell’anno 2020 e i solleciti a regolarizzare le dichiarazioni reddituali che non risultano congrue o con riferimenti fiscali errati.
Il promemoria arriva direttamente dall’ente previdenziale con un messaggio specifico, il numero 1173 risalente al 4 aprile di quest’anno. All’interno della circolare l’ente previdenziale sottolinea i solleciti dovuti alla regolarizzazione “dei conti” e al continuare ad erogare il contributo sociale.
Requisiti dell’assegno sociale 2025 nel mirino Ade
I limiti e le regole per l’assegno sociale del 2025 sono chiare. Tuttavia, i controlli che oggi l’INPS sta provvedendo a compiere riguardano gli accertamenti fiscali di cinque anni fa, nonché dell’anno 2020.
Ai tempi odierni la prestazione economica sociale viene favorita ai soggetti che – se coniugati – non hanno un reddito superiore a 14.005,94€ oppure corrispondente alla metà di quest’ultima, 7.002,97€, per chi non risulta essere coniugato.
A tal proposito è essenziale che la dichiarazione reddituale e l’ISEE 2025 risulti aggiornato così da consentire all’ente previdenziale delle verifiche e degli accertamenti fiscali più veloci ma soprattutto veritieri e congrui.
L’INPS sta provvedendo a darne atto ai contribuenti tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, avvisando di attuare una eventuale sospensione e nei casi più gravi “revoca” del trattamento, laddove non sussistano le condizioni minime ed essenziali al fine di ottenere l’assegno sociale.
Regolarizzazione è d’obbligo
Affinché si possa recuperare e riattivare la prestazione economica, i diretti interessati dovranno regolarizzare la loro posizione fiscale aggiornando il documento dei redditi. Laddove ciò venga fatto opportunatamente, allora l’ente previdenziale provvederà ad erogare anche le somme arretrate.
Per chi avesse un minimo di dimestichezza è possibile consultare e usufruire del servizio telematico disposto dall’INPS accedendo con un metodo di autenticazione digitale CIE 3.0, Spid di 2° livello oppure CNS.
In alternativa, per chi volesse appoggiarsi a dei servizi di terze parti, si potrà sempre richiedere al patronato o CAF territoriale.