Assegno unico aumento/ 30€ In più per alcune famiglie: a chi spetta? (20 settembre 2023)

- Danilo Aurilio

L'assegno unico può godere di un aumento a patto che entrambi i genitori lavorino. La data può essere anche retroattiva, però a determinate condizioni

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L’assegno unico può subire un aumento di 30€ a patto che le famiglie soddisfino determinate condizioni. Prima di osservarle, è bene sottolineare che questa misura è rivolta al singolo figlio, dunque si potranno percepire importi più alti in base al numero dei figli presenti nel nucleo familiare.

L’assegno unico è sempre stata una misura molto apprezzata dalle famiglie italiane, che possono godere di un contributo economico che li aiuta in particolari momenti della vita quotidiana, specialmente quelli più duri dove – come quello attuale – siamo soggetti ad una forte inflazione. Ma come si ottiene questo aumento?

Assegno unico e aumento: quali requisiti ci vogliono

L’INPS ha pensato di favorire l’assegno unico e l’aumento della cifra – pari a 30 euro per figlio – a patto che entrambi i genitori lavorano oppure che hanno lavorato. Una misura volta ad incentivare le donne ad un impiego, che molto spesso per i figli fanno dei sacrifici, come ad esempio rinunciare al lavoro.

Il lavoro dei giovani e delle donne, è importante non solo per la collettività, ma soprattutto per una crescita e gratificazione personale. Ecco perché l’assegno unico premia – con un importo più alto – quei nuclei familiari dove sono entrambi i coniugi a svolgere un lavoro.

A dar sostegno di quanto detto fino ad ora, è l’articolo 4 comma 8 del DL 230/2021. I genitori inoltre, per poter percepire trenta euro per ciascun figlio del nucleo familiare, dovranno avere un ISEE minore di 40.000€.

Assegno unico aumento e il lavoro “retroattivo”

L’assegno unico prevederà l’aumento anche qualora i genitori pur non lavorando entrambi al momento della richiesta, abbiano vissuto un periodo dove erano entrambi impiegati. In quel caso, la cifra maggiorata sarà corrisposta esclusivamente per quel periodo.

Se la domanda per l’assegno unico venisse posta a luglio, e i coniugi lavorerebbero entrambi da agosto ad ottobre, la cifra coprirà soltanto quei mesi (da agosto ad ottobre). Se invece, il periodo fosse meno recente, ad esempio febbraio e marzo, la data “retroattiva” garantirebbe la maggiorazione soltanto per febbraio e marzo.





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