Assicurazione sanitaria ai dipendenti all'estero da trattare in maniera differente secondo l'ente, ma non è così per il fisco.
Da tempo sempre più aziende promettono una assicurazione sanitaria ai dipendenti, ma come in una recente sentenza (che vedremo presto), cerchiamo di capire cosa accade nel momento in cui il lavoratore subordinato si trova all’estero e quali sono i suoi diritti.
Tra i welfare aziendali degli ultimi tempi, il fenomeno di garantire delle coperture sanitarie ai lavoratori è più in voga. Nella circolare con numero 249, il fisco ha risposto ad un quesito proprio sugli obblighi previsti per un impiegato che lavora per un’azienda italiana ma dall’estero.
Assicurazione sanitaria ai dipendenti all’estero

L’ente in questione ha delle sedi in Italia (Milano e Roma), ma anche all’estero, e ha chiesto se l’assicurazione sanitaria ai dipendenti che si trovano nella sede fuori dai confini nazionali è sempre valida e soprattutto in che modalità.
Effettivamente la normativa dà luogo a delle differenziazioni importanti, in Italia la copertura per malattia, maternità e infortuni può esser garantita all’intero nucleo familiare, prevedendo anche il premio aggiuntivo (e sempre in relazione alla tipologia di polizza sottoscritta dall’ente).
Mentre nei Paesi esteri dove non c’è assistenza sanitaria garantita in forma diretta, la coperture si estenderebbe (per obbligo di Legge), alle medesime condizioni dell’impiegato e all’intero nucleo familiare che convive insieme a lui.
Ma c’è di più, perché proprio per via di questa differenza, nel nostro Bel Paese ai dipendenti a cui spetta il premio sanitario il conteggio si farà con i fringe benefit e i suddetti limiti e imponibilità, mentre all’estero – trattandosi di una forma obbligatoria – non ci sono tasse da calcolare.
L’opposizione del fisco
Al contrario dell’ente richiedente, il fisco chiedeva alla Costituzione di poter analizzare la questione inerente alle erogazioni liberali e i premi aggiuntivi sotto forma di welfare, considerando l’imponibilità fiscale da attribuire.
Il Tuir a tal proposito è chiaro, e conferma che le forme di assicurazione sanitaria ai dipendenti all’estero concorrono al reddito totale in quanto non sono né dei contributi pagati per la previdenziale sociale, né tanto meno aiuti solidali per uno stato di reale bisogno finanziario.
