Cosa succede prima di un attacco di panico? Ci sono dei segnali da non sottovalutare e che possono essere dei "campanelli d'allarme".
Non sempre siamo in grado di riconoscere i segnali che il corpo ci dà. Gli attacchi di panico nascondono ad esempio molti sintomi invisibili.
Chi soffre di ansia, lo sa. Il corpo ci manda dei segnali che non sempre siamo in grado di riconoscere ma che, nella maggior parte dei casi, aumentano la tensione. Si entra in un circolo vizioso da cui è difficile uscire, e ci si sente intrappolati in un mondo trasparente, spesso surreale. La sensazione che precede un attacco di panico sembra essere indefinita, vaga, come se stesse per accadere qualcosa di negativo ma senza sapere cosa. Lo dicono gli psicologi: il panico non arriva mai all’improvviso, ma è sempre una conseguenza di un insieme di segnali, che vanno ascoltati e capiti, senza farsi prendere da altre paure eccessive.
Riconoscere i sintomi precoci di un attacco di panico non è importante per “prevedere” la crisi, ma per tornare ad essere in connessione con sé stessi.
Tutti i segnali premonitori di un attacco di panico
Nel corpo arriva prima il pensiero, poi l’ansia e alla fine l’attacco di panico. Ci sono quindi dei chiari messaggi che non vanno sottovalutati e che possono essere un “campanello d’allarme“:
- Nodo alla gola o difficoltà a deglutire
- Sudorazione improvvisa, anche senza calore
- Cuore che batte forte o in modo irregolare
- Respiro corto, con senso di “fame d’aria”
- Formicolii alle mani o alle gambe
- Sensazione di testa leggera o vertigini
- Nausea o tensione allo stomaco
- Brividi o vampate di calore
- Urgenza di urinare
- Sensazione di perdere il controllo
A volte si pensa che tutti questi sintomi possano portare a un calo di pressione oppure a un problema fisico, ma è in realtà il corpo che sta chiedendo di essere ascoltato e di avere una tregua tra tutto il caos che accade intorno.
Cosa succede durante un attacco di panico
Quando si è nel bel mezzo del panico, il cervello attiva automaticamente la risposta alla paura. A mandare un segnale d’allarme è l’amidgala, che rivela la presenza di un pericolo anche se non è presente nella realtà, ma solo immaginazione del cervello. Questo segnale arriva all’ipotalamo che scatena una serie di ormoni come adrenalina e cortisolo. Il cuore accelera, i muscoli si tendono, si blocca la digestione e la mente va in confusione. In realtà si deve solo scappare dal “nemico” interiore, che rappresenta un pensiero, un ricordo oppure una paura non ancora espressa.

Dopo l’attacco di panico, si vive spesso con la paura della paura. Si tende infatti a controllare ogni movimento del corpo e ogni battito forte. “E se svengo, se impazzisco?”, inizia a chiedersi la mente. Si vive quindi in attesa dell’attacco successivo, creando così un circolo vizioso che si può spezzare solo quando si arriva alla consapevolezza che questi pensieri non appartengano alla realtà.