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Home » Esteri » Ucraina » ATTACCO UCRAINO AL PONTE DI CRIMEA/ “Kiev può solo resistere, ma Zelensky vuole ancora coinvolgere la Nato”

  • Ucraina
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ATTACCO UCRAINO AL PONTE DI CRIMEA/ “Kiev può solo resistere, ma Zelensky vuole ancora coinvolgere la Nato”

Int. Giorgio Battisti
Pubblicato 4 Giugno 2025
Il Ponte di Crimea colpito da esplosivo sottomarino, in un video del SBU (Ansa)

Il Ponte di Crimea colpito da esplosivo sottomarino, in un video del SBU (Ansa)

Le trattative non decollano e il conflitto continua. L’Ucraina attacca il ponte di Crimea ma non basta contro l’economia di guerra della Russia

Negli incontri fra russi e ucraini si parla di scambi di prigionieri, di bambini da restituire. E il presidente turco Erdoğan auspica un incontro Putin-Zelensky che coinvolga Trump. La realtà, però, dice Giorgio Battisti, generale già comandante del Corpo d’armata di reazione rapida (NRDC-ITA) della NATO in Italia e capo di stato maggiore della missione ISAF in Afghanistan, è che non c’è una vera volontà di trattare e che le prospettive più realistiche parlano di un conflitto che prosegue.


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Con, da una parte, un’economia di guerra voluta dal Cremlino per sostenere i combattimenti e, dall’altra, un Paese, l’Ucraina, che deve appoggiarsi all’Occidente, la cui industria bellica, tuttavia, ha ancora ritmi da tempi di pace. A lungo andare, non è difficile capire chi potrebbe vincere. Nonostante i pesanti attacchi degli ucraini alla flotta aerea russa e al ponte di Crimea.


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L’SBU, i servizi di sicurezza ucraini, dopo il blitz negli aeroporti russi, ha colpito nuovamente il ponte di Kerch, che porta in Crimea. Più si parla di trattare, e più si organizzano azioni spettacolari?

L’Ucraina, grazie alla sua industria militare e con l’aiuto dell’intelligence americana e britannica, ha sviluppato una capacità di produzione di mezzi come i droni, con i quali ha colpito fino in Siberia, a migliaia di chilometri dal confine, dove si trova uno dei quattro aeroporti attaccati nei giorni scorsi. Per prendere di mira il ponte di Kerch, si dice abbia impiegato 1.100 chili di tritolo, usando un sottomarino senza equipaggio. Ha voluto dare un segnale.


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I russi hanno accusato il colpo?

Per Putin è una grande umiliazione, tanto che qualcuno si è spinto a paragonare gli attacchi negli aeroporti a Pearl Harbor. All’Ucraina, però, manca sempre il personale per combattere sul campo: non ha truppe a sufficienza, tanto è vero che la precedente amministrazione USA spinse per abbassare a 18 anni l’età di reclutamento, per compensare i 500mila giovani fuggiti per sottrarsi al servizio militare. Nonostante le ultime azioni spettacolari, l’Ucraina non ha la potenzialità di sostenere la guerra.

Qualche blogger russo dice che, in realtà, il ponte di Kerch non ha subito chissà quali danni. È più propaganda che altro?

L’attacco dimostra l’incapacità della Russia di proteggere territorio e infrastrutture: il ponte è stato attaccato per la terza volta. Tutto questo, comunque, non cambierà le sorti della guerra. Gli ucraini stanno rivedendo tutti i provvedimenti di esenzione dal servizio militare, stanno raschiando il fondo e, per ammissione di Zelensky, manca loro il munizionamento per la difesa aerea. In questi giorni sono arrivati attacchi con diverse centinaia di droni russi e la contraerea non ha a disposizione i mezzi necessari per neutralizzarli. I russi, tra l’altro, hanno cambiato modalità d’attacco: prima i droni volavano a quote basse e potevano essere colpiti con i sistemi a mitragliatrice multipla; ora viaggiano a 3mila metri di altezza.

L’Ucraina può procurarsi i sistemi di difesa aerea?

L’Occidente ha le capacità di produrli, ma la sua industria bellica ha ritmi da tempo di pace, mentre la Russia ha imboccato la strada dell’economia di guerra. Ci sono Paesi come Gran Bretagna e Germania che stanziano centinaia di milioni per l’Ucraina, ma poi le industrie occidentali fanno da tappo, non producono più di tanto.

Il negoziato Russia-Ucraina procede, ma si parla di questioni che, pur importanti, non cambiano le sorti della guerra. Entrambe le parti hanno in mente di combattere ancora?

La guerra sicuramente va avanti: i russi hanno attaccato nella regione di Sumy e nella zona di Kharkiv. Il governo ucraino ha dato l’ordine di evacuare diverse decine di villaggi. Ritengo che l’Ucraina abbia ancora la capacità di resistere, cedendo magari qualche tratto di terreno e appoggiandosi su posizioni più difendibili. Quello che vuole Zelensky, intanto, è rimanere presidente, visto che la Russia spinge perché si tengano elezioni. E cercare di resistere con l’aiuto degli occidentali.

Dopo l’ultimo incontro di Istanbul, una delegazione ucraina è partita per gli USA. Gli americani sono tornati a sostenere Kiev, anche militarmente?

In realtà, gli americani hanno continuato con le loro forniture; la delegazione ucraina penso sia andata a Washington per discutere come comportarsi prima del prossimo incontro con i russi, a fine giugno. Credo comunque che Zelensky speri ancora di coinvolgere l’Alleanza Atlantica nel conflitto: la vede come unica possibilità di sopravvivenza del Paese.

I russi cosa vogliono fare?

I russi non cambiano le loro posizioni: chiedono di avere la Crimea e i quattro oblast annessi con i referendum, le elezioni, il disarmo sostanziale dell’Ucraina, che non deve entrare nella NATO. Certo, ci sono gli scambi di prigionieri, la proposta di due o tre giorni di tregua, ma sono tutti palliativi per dimostrare che la Russia non è così chiusa al confronto. Non c’è una vera volontà di trattare, anche se si parla già di un nuovo incontro.

Fonti ucraine, però, parlano di 990mila morti tra i russi. Sono credibili?

Mi sembra propaganda. Nessuno dei due Paesi ha mai rivelato un numero certo dei suoi caduti. Secondo valutazioni occidentali, i morti russi sarebbero 200mila. Un milione di morti è una cifra da Seconda guerra mondiale. Mosca, comunque, ha i mezzi per continuare. Sta ricevendo supporto dalla Nord Corea: si parla di 20mila container di equipaggiamenti e munizioni. La Russia, inoltre, è un Paese in cui tutto, ormai, è orientato per sostenere la guerra.

Il punto è che si confrontano due economie: una di guerra, in Russia, e l’altra no, quella occidentale? A lungo andare, una situazione che favorirà sempre più Mosca?

L’Ucraina è stanca e, per arruolare giovani, deve ricorrere a rastrellamenti nelle città e nei locali pubblici. La popolazione russa, poi, è il doppio di quella ucraina, e il Paese vuole dimostrare che è tornato sulla scena dopo il periodo della Guerra fredda. Per Kiev, l’unica speranza è che l’Occidente intervenga o convinca Putin ad accettare una tregua.

(Paolo Rossetti)

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Tags: Vladimir PutinDonald TrumpErdoganVolodymyr Zelensky

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