Dopo la condanna di ieri a un anno e sei mesi per peculato, la ex sottosegretaria all’Università Augusta Montaruli si è dimessa dal suo ruolo. Lo rende nota le stessa tramite una lunga lettera in cui sostiene di dimettersi “per difendere le istituzioni”. Nella lettera dice che se non difendesse la sua istituzione “sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti. Addirittura ostentando clemenza verso chi agita l’arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell’ombra davanti alla ‘protesta più forte’ di chi la vita se l’è tolta davvero poco più di un anno fa”. Dal conto suo Augusta Montaruli si è sempre professata innocente. (Agg. di Lorenzo Drigo)
LA CONDANNA AD AUGUSTA MONTARULI
Augusta Montaruli, sottosegretaria all’Università del governo Meloni, esponente di Fratelli d’Italia, è stata condannata in via definitiva a un anno e sei mesi per peculato. La nota politica avrebbe utilizzato i soldi della Regione Piemonte per acquistare beni che nulla centravano con il proprio lavoro, come ad esempio dei libri, leggasi Mia suocera beve e Sexploration. Giochi proibiti per coppie che, stando alle motivazioni della sentenza, «non avevano alcun nesso con l’evento letterario sulla violenza sulle donne», ma anche gioielli Swarowski e borse. I fatti risalgono a quando Augusta Montaruli era consigliera regionale, e nella giornata di ieri la corte di Cassazione ha confermato la condanna.
Nel dettaglio si tratta di eventi datati una decina di anni fa, rientranti nel caso Rimborsopoli, per cui l’esponente di Fratelli d’Italia era stata condannata in appello a un anno e sette mesi, un mese in meno rispetto a quanto stabilito dalla Cassazione, sentenza definitiva giunta nella giornata del 16 febbraio scorso. In totale avrebbe speso 25mila euro, o meglio, si sarebbe fatta rimborsare impropriamente, stando a quanto stabilito dai giudici e come si legge su Open, quella cifra.
AUGUSTA MONTARULI CONDANNATA PER PECULATO: IL COMMENTO DELL’AVVOCATO
Le spese contestate ammontavano a 41.552 euro, tutte sostenute nel periodo 2010-2014, durante il quale anche altri politici della regione Piemonte erano finiti sotto la lente dell’ingrandimento come il leghista Roberto Cota, allora presidente di Regione, che si era fatto rimborsare delle mutande verdi.
«In merito alle spese attribuite ai miei assistiti – ha detto l’avvocato Guido Carlo Alleva, legale di Augusta Montaruli quanto di Cota – non vi furono comunicazioni, discussioni o anche semplici conversazioni con i capigruppo. Non vi furono insistenze, proteste o pressioni per ottenere il rimborso, né verso le segretarie, né verso chiunque altro. Si tratta di semplice presentazione di scontrini». La sottosegretaria all’università, considerata storicamente molto vicina a Giorgia Meloni, era già finita al centro delle polemiche per dei pellegrinaggi a Predappio che lei aveva definito «Un errore di gioventù».