E’ stato assolto l’autista dell’Amsa, l’azienda municipale dei rifiuti di Milano, che aveva investito un senzatetto a novembre del 2020, uccidendolo. Come riferisce l’edizione online del Corriere della Sera, la giudice dell’udienza preliminare Anna Magelli, ha scagionato l’autista «perché il fatto non costituisce reato» per difetto dell’elemento soggettivo del reato di omicidio stradale, ovvero, perchè l’uomo alla guida non avrebbe potuto vedere il clochard in quanto coperto dai cartoni che solitamente vengono usati dalle persone senza fissa dimora per ripararsi dal freddo. L’episodio si era verificato nei pressi dell’ospedale Oftalmico di Milano Fatebenefratelli, il 27 novembre di due anni fa, quando Costantin M, cittadino rumeno 71enne, decise di rifugiarsi presso il suo giaciglio improvvisato, sdraiandosi a terra all’altezza del numero 15 di via Castelifidardo.
Una volta rinvenuto il cadavere del clochard si pensò ad una morte per assideramento, ma la successiva autopsia rivelò che la morte fosse stata causata da un arresto cardiocircolatorio conseguente una causa traumatica. Dopo aver analizzato le telecamere di sorveglianza presenti in zona venne quindi appurato il passaggio di cinque camion della nettezza urbana, tutti obbligati a transitare nel posto dove il senzatetto si era rifugiato: alle ore 23:52 il passaggio fatale, poi alle 4 di mattino un altro camion della nettezza urbana che investì il clochard già morto da ore (così come stabilito dall’autopsia).
INVESTI’ E UCCISE SENZATETTO, AUTISTA AMSA ASSOLTO: “INGANNATTO DALLA VISUALE”
A ingannare l’autista è stato «l’effetto del cono di visuale dall’interno della cabina di guida verso la zona dove era sdraiato il pedone: é possibile sostenere senza dubbio tecnico che in tutte le fasi di avvicinamento, allargamento a sinistra, accostamento e ingresso al cancello dell’automezzo, la sagoma del pedone sdraiato a terra si è sempre trovata in piena copertura visiva per il conducente dal suo punto di osservazione, e il contesto completamente buio e la posizione a terra del pedone non hanno purtroppo consentito l’eventuale avvistamento nemmeno di una piccola porzione di giaciglio, neppure con l’utilizzo degli specchietti laterali».
Il conducente deve aver sentito il sobbalzo del camion ma «la presenza di un dosso di raccordo tra la carreggiata stradale e il marciapiede ha probabilmente fatto sì che il camion subisse forti sobbalzi», non troppo differenti da quelli prodotti dal passare di un camion sopra un corpo. L’autista è stato quindi scagionato in quanto «la condotta dell’autista non può dirsi essere stata inferiore allo standard di diligenza media richiesto in quella occasione».