Da Bruxelles un (nuovo) passo indietro sulle auto green: flessibilità per i consumatori, ma nuovi obblighi per le imprese entro il 2030
Da quello che era ritenuto un obbligo eccessivamente stringente a un allentamento parziale, per poi tornare a un nuovo obbligo che sembra non mettere veramente d’accordo nessuno, sono sempre più contraddittorie le notizie che arrivano da Bruxelles sul fronte delle cosiddette “auto green“, ovvero tutti quegli obiettivi fissati dal precedente esecutivo comunitario di von der Leyen per inseguire la transizione ambientale e limitare al minimo le emissioni di Co2.
Partendo dal principio, infatti, si ricorderà benissimo che fino a qualche settimana fa la linea Bruxelles sulle auto green era piuttosto dura, puntando a includere uno stop alle immatricolazioni di motori endotermici entro il 2030 e – di fatto – costringendo tutti i futuri acquirenti a scegliere un veicolo elettrico: un paletto normativo da due anni al centro di una feroce battaglia, criticato dai consumatori – chiaramente poco interessati alle auto green – e, soprattutto, dai produttori che si sarebbero trovati costretti a modificare completamente le loro linee per il solo mercato europeo.
Dopo scontri e mediazioni, solo recentemente da Bruxelles aveva iniziato a tirare un’aria diversa sul tema della auto green con una nuova trattativa fissata per il prossimo 10 dicembre (e poi slittata per ragioni non effettivamente chiare) nel corso della quale la linea dura sarebbe stata ammorbidita, aprendo anche alla produzione di alternative green endotermiche; ovvero quelle che impiegherebbero gli e-fuel e i biocarburanti, in grado di garantire comunque emissioni pressoché nulle, ma senza costringere i produttori a modificare completamente le loro linee produttive.
Tornano gli obblighi sulle auto green entro il 2030: Bruxelles valuta di spostarli dai consumatori alle imprese
La partita sulle auto green, insomma, sembrava essersi parzialmente chiusa a favore delle voci critiche, fermo restando – comunque – un obbligo per i motori elettrici che sarebbe scattato una 15ina di anni più tardi rispetto all’iniziale 2030; ma ora sembra che la partita sia pronta a spostarsi in un ambiente completamente diverso rispetto a quello dei consumatori finali, colpendo il cuore pulsante dell’economica comunitaria, ovvero le imprese.

Secondo alcune voci riportare inizialmente dal sito polacco Rzeczpospolita, infatti, l’obbligo di acquistare auto green esclusivamente con motore elettrico potrebbe tornare nel 2030 per tutte le imprese comunitarie, incluse quelle di leasing e noleggio; mentre per gli utenti finali il medesimo obbligo dovrebbe scattare cinque anni più tardi: una posizione – ovviamente – accolta nuovamente con ampie critiche e che, probabilmente, potrebbe essere presto rivista.
Tra le voci più critiche sui nuovi obblighi sulle auto green, in particolare, spicca quella del sottosegretario energetico polacco – Konrad Wojnarowski – che ha parlato di obbiettivi “irrealistici” che scaricano il peso della transizione sulle imprese, senza sostenerle con i dovuti “incentivi”: la trattativa per ora è fissata – profeticamente – al prossimo 10 dicembre, ma è facile immaginare che a breve assisteremo a un nuovo passo indietro da parte di Bruxelles sulle auto green.
