Una multa da oltre 500 euro nei giorni dell’isolamento da Coronavirus potrebbe non essere una notizia di quelle particolarmente “clamorose” o curiose, ma in questo caso sì. Di gente giovane o anziana che ha violato e viola la quarantena beccandosi le relative sanzioni, purtroppo, ce n’è fin troppa: tanto che uno degli sport nazionali (almeno in Italia) sembra essere diventato quello di appostarsi sul balcone (o in strada, direttamente), fotografare/immortalare chi sgarra (magari per una passeggiata di 20 metri davanti alla propria porta), postare tutto sui social e scatenare l’indignazione. Le multe sono state tantissime, soprattutto nei primi giorni di isolamento; come sempre c’è caso e caso e alcune restrizioni (ma anche le concessioni) possono apparire quantomeno bizzarre o complesse da comprendere, figuriamoci dunque quella che ha riguardato Anna D’Angelillo.
AIUTATA DALLA FINANZA, FERMATA DALLA POLIZIA
Siamo a Roma, e Anna è un giovane medico del Policlinico Gemelli che è “quotidianamente impegnata nell’assistenza ai pazienti affetti da Covid-19”: virgolettiamo perché lo ha scritto lei, in una lettera inviata al sindaco Virginia Raggi per raccontare l’accaduto. I fatti sembrano quelli di una barzelletta: approfittando della giornata libera Anna ha deciso di rimettere in moto l’auto che non partiva più e che, presumibilmente, le sarebbe utile per recarsi al lavoro. Ha raccontato di essersi fatta prestare i cavi da un collega, e che una pattuglia della Guardia di Finanza le ha dato una mano: 150 metri dopo è stata fermata dalla Polizia, che “certificando” l’assenza di un valido motivo per violare la quarantena ha appioppato alla ragazza una multa da 533 euro. “Li scalerò dalla mia busta paga, già ridicola di fronte agli straordinari, ai rischi e ai sacrifici di questi mesi”: già, la situazione è davvero ai limiti del paradosso e, come ha fatto notare Il Messaggero, due diversi organi delle forze dell’ordine l’hanno trattata in maniera diametralmente opposta.
Non è chiaro se Anna avesse con sé l’autocertificazione necessaria in questi giorni di quarantena: potrebbe non averla avuta oppure la Polizia non gliel’ha chiesta, procedendo subito al verbale dell’infrazione. Questo nella lettera non è riportato: detto che almeno dal punto di vista strettamente legale sarebbe una mancanza della ragazza, è altrettanto evidente che le “prove” della sua professione e dei giorni infernali vissuti in ospedale non era troppo difficile da reperire; il buon senso avrebbe dunque consigliato di lasciar correre, anche perché rimettere in moto la macchina potrebbe facilmente rientrare nell’ambito delle necessità, soprattutto se quell’auto serve per recarsi sul posto di lavoro anche in situazioni di emergenza come tanti medici, purtroppo, stanno facendo (e fanno anche in situazioni non legate al Coronavirus). Non è dunque un’accusa diretta alla pattuglia della Polizia, ma la storia di Anna e della presunta violazione della quarantena insegna che al netto delle regole da rispettare anche la “lettura” delle situazioni non guasterebbe; sarebbe interessante sapere se e cosa risponderà il sindaco Raggi, e se la multa sarà effettivamente stracciata.