“Stiamo mettendo a disposizione della Commissione europea la possibilità di rivedere la strada intrapresa, che ci sta portando al più grande suicidio economico e industriale della storia, facendo in modo di non svilire gli obiettivi dal punto di vista ambientale. Dal punto di vista politico la Commissione è nelle condizioni di decidere se salvare o no l’automotive in Europa. E questa possibilità gliel’abbiamo data noi”.
L’appello a Bruxelles, perché si disponga a un intervento decisivo per sostenere il settore dell’auto, viene da Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia. E la strada per salvare il comparto e le centinaia di migliaia di posti di lavoro che porta con sé è quella della neutralità tecnologica, vale a dire della decarbonizzazione realizzata appoggiandosi non solo alle auto elettriche, ma anche a soluzioni alternative.
Una di queste è stata presentata in Regione Lombardia nel corso della seconda tappa del Tour d’Europe, promosso da Enilive, un evento che vede impegnate, insieme ad altre, aziende come Iveco, Bmw, Bosch (presenti all’iniziativa) e che si svolge in diverse città italiane presentando veicoli alimentati con i biocarburanti.
L’appello di Guidesi alla UE perché consideri insieme alle auto elettriche anche altre soluzioni che assicurino una diminuzione delle emissioni e quindi dell’inquinamento, arriva a conclusione di tre anni di lavoro ed è indirizzato pure ad altri interlocutori: “Lo rivolgiamo anche al nuovo governo tedesco, perché abbiamo bisogno che dica qualcosa” ha infatti precisato l’assessore.
Ma è diretto pure ai costruttori. Perché è giunto il momento in cui tutti siano chiari sulle conseguenze di una politica che, appunto, può mettere in ginocchio uno dei settori portanti dell’industria continentale. Se non lo si farà, la Regione Lombardia, così come altre istituzioni, saranno costrette ad occuparsi del danno sociale che l’ex industria dell’automotive lascerà da gestire.
La Lombardia ha contribuito a individuare alternative sostenibili dal punto di vista ambientale oltre alle macchine con motore elettrico. Lo ha fatto, per esempio, aggiornando il “Manifesto Carburanti Rinnovabili per le filiere produttive della mobilità in Lombardia”, sottoscritto dai principali stakeholders e dalle più importanti associazioni di categoria e presentato in aprile a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo, dall’assessore Guidesi, attuale presidente, tra l’altro, dell’Alleanza europea Regioni dell’automotive.
“Quello dei biocarburanti è un tema su cui stiamo lavorando da tempo – ha spiegato Franco Lucente, assessore ai trasporti e alla Mobilità della Regione Lombardia -. C’è stato un finanziamento di Regione Lombardia, grazie al ministero, che ha visto protagoniste le aziende del trasporto pubblico per il triennio precedente: 200 milioni che sono stati rimessi in bilancio anche per i prossimi tre anni, per dare la possibilità alle agenzie di trasporto pubblico di investire su nuovi mezzi che siano il più rispettosi possibile nei confronti dell’ambiente. Il mondo dell’elettrico non è l’unico obiettivo su cui la Regione punta, ma siamo aperti ai nuovi sistemi”.
Le soluzioni alternative all’elettrico, tra l’altro, permettono anche di organizzare meglio gli spazi utilizzati dalle aziende che gestiscono i mezzi pubblici: 100 bus alimentati con i biocarburanti occupano lo stesso spazio di prima, nel caso dell’alimentazione elettrica, invece, lo spazio si riduce del 50% per dare la possibilità di realizzare le colonnine per le ricariche.
“Quello di cui parliamo è un progetto di sistema, in cui più ambiti si sono uniti per dimostrare che le strade alternative a quella elettrica decisa dalla Commissione UE sono già realmente fruibili – ha dichiarato Andrea di Stefano, responsabile Affari regolatori di Enilive -. I biocarburanti tra le soluzioni discusse e che discuteremo nei prossimi mesi sono quella più matura dal punto di vista tecnologico, industriale e commerciale. Noi abbiamo una capacità di produzione di 1,5 milioni di tonnellate, ma vogliamo aumentarla entro il 2030 a 5 milioni di tonnellate”.
I biocarburanti HVO, d’altra parte, già oggi sono distribuiti in 1.300 stazioni di servizio. Stiamo parlando di soluzioni che garantiscono fino al 90% di decarbonizzazione delle emissioni. Per la Commissione UE resta da fornire qualche chiarimento sulla tracciabilità dei risultati, ma si tratta di dubbi che possono essere fugati facilmente. Il 23 giugno a Bruxelles, comunque, i risultati del Tour verranno mostrati ai rappresentanti europei.
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