Il sistema istituzionale è impegnato nella sfida di realizzare riforme e interventi strutturali per il rilancio dell’economia e per la riduzione del divario tra il Nord e il Sud del Paese.
Diverse circostanze straordinarie, per la prima volta dopo decenni, consentono di affrontare il tema della riduzione del divario senza il problema delle risorse; sono disponibili le risorse del Pnrr, quelle dei fondi strutturali europei, i finanziamenti aggiuntivi statali (obbligatori), e le risorse del fondo di perequazione previsto dalla legge sul federalismo fiscale (di cui si parla poco).
In questo contesto si pone con forza il tema della “buona spesa”. Tenendo conto del cronoprogramma previsto per la realizzazione del Pnrr, la parte maggiore delle risorse disponibili dovrà essere impiegata nel periodo tra il 2023 e il 2026. Siamo quindi nella fase più delicata; è necessario uno sforzo per liberare tutte le energie possibili per favorire il raggiungimento degli obiettivi. Il decreto legge sulla governance per l’attuazione del Pnrr prevede interventi radicali di riorganizzazione degli uffici e di semplificazione delle procedure.
Gli strumenti per correggere i casi di inerzia o di inefficienza dell’azione amministrativa sono sicuramente importanti; ma vengono dopo il funzionamento “ordinario” del sistema istituzionale, anche mediante la massima valorizzazione del contributo delle istituzioni regionali e locali che restano “soggetti attuatori” di diversi interventi.
Per avere una misura, basti considerare che circa il 36% delle risorse previste dal Pnrr sono riferite a progetti e programmi localizzabili a livello regionale e locale; considerando specificamente le missioni 5 e 6, la percentuale degli interventi affidati alle autonomie territoriali e locali sale rispettivamente a 88,5% e 60% .
Questo significa che Regioni e Comuni dovranno svolgere le attività amministrative necessarie all’avvio delle opere (ad esempio adempimenti per assicurare il rispetto delle regole in materia di contabilità pubblica e di programmazione della spesa, progettazione esecutiva, direzione dei lavori, collaudi eccetera). La “buona spesa” presuppone un efficace funzionamento del modello di governance multilivello, che prevede specifici ruoli del governo, delle Regioni e delle autonomie locali. Dobbiamo chiederci se l’autonomia territoriale è una risorsa o un limite per l’attuazione del Pnrr.
La funzione regionale di indirizzo e controllo, se bene orientata, consente di mettere a sistema tutte le risorse disponibili, comprese quelle della politica di coesione, e di programmare gli interventi favorendo la concentrazione degli investimenti per lo sviluppo del territorio.
Con riferimento alle funzioni amministrative, l’autonomia regionale consente la creazione di strutture di supporto alle autonomie locali per l’adempimento di tutte le funzioni ad esse attribuite; ad esempio, in concreto, mediante le società partecipate dalle Regioni si potrebbero creare strutture agili di supporto agli enti locali per evitare il ricorso al commissariamento per l’esecuzione delle opere, favorendo anche il coinvolgimento delle università e dei centri di ricerca insistenti sul territorio.
L’autonomia regionale, se ben intesa ed utilizzata, potrebbe giocare un ruolo strategico per l’attuazione del Pnrr e dare un contributo essenziale per vincere la sfida della riduzione del divario.
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