L’Europa accelera verso un futuro in cui strade più sicure e multe più efficienti viaggiano sullo stesso binario: è iniziata in Spagna e Francia la sperimentazione di autovelox di ultima generazione, armati di IA, capaci di adattare i limiti di velocità in tempo reale e mimetizzarsi nell’arredo urbano. Sul tratto autostradale AP-7 vicino a Barcellona, un progetto pilota catalano utilizza algoritmi avanzati per analizzare flussi di traffico, condizioni meteorologiche, visibilità e persino cantieri attivi, modificando i limiti da 120 a 150 km/h o abbassandoli se necessario: “L’obiettivo non è punire, ma prevenire” spiegano dal Dipartimento del Traffico spagnolo e anche la Germania ha già ridotto drasticamente gli incidenti nelle ore di punta grazie a sistemi simili.
Oltre i Pirenei, la Francia ha installato 200 dispositivi “Etu”, mini-autovelox invisibili integrati in lampioni e semafori: oltre a rilevare eccessi di velocità, monitorano l’uso del cellulare, il mancato allaccio delle cinture e il passaggio con rosso, sfruttando telecamere ad alta risoluzione e modelli predittivi e mentre l’Europa corre, l’Italia naviga a due velocità: da un lato, l’incertezza normativa sugli autovelox tradizionali, dall’altro l’avanguardia dei tutor 3.0, attivi da marzo su alcune autostrade.
Questi autovelox identificano veicoli anche in condizioni critiche (nebbia, pioggia, posizioni anomale) e ampliano i controlli a sorpassi illegali di camion, trasporti pericolosi su tratte vietate ed evasioni dei pedaggi, con l’obiettivo di debellare i contromano entro il 2026.
Autovelox e IA: dalla sperimentazione alla precisione dei tutor 3.0
Se in Francia gli autovelox si nascondono, in Italia fanno parlare di sé per l’evoluzione tecnologica: i tutor 3.0 rappresentano un salto qualitativo da considerare, grazie a algoritmi in grado di analizzare milioni di dati al secondo e riconoscere targhe anche di notte o con scarsa visibilità. Dunque non è più una semplice questione di multe, ma si tratta di creare un sistema di sicurezza proattivo, ricordando come la precisione delle nuove telecamere riduca gli errori e contestazioni; intanto, gli Etu francesi hanno già dimostrato la loro efficacia tanto che durante un temporale improvviso sulla A6, l’abbassamento dinamico del limite da 130 a 90 km/h ha evitato una collisione a catena.
Ma non mancano le polemiche: associazioni di automobilisti criticano l’opacità dei criteri di taratura e la scarsa informazione sulle postazioni degli autovelox, mentre i Comuni difendono i dispositivi come strumenti di equità: il ministero dei Trasporti ribadisce il sostegno dato dall’intelligenza artificiale a chi rispetta le regole, anticipando piani per estendere i tutor 3.0 al 70% della rete autostradale entro il 2027. Ma c’è una sfida in più: bilanciare sicurezza e privacy, evitando che le telecamere si trasformino in “grandi fratelli” stradali, intanto, dopo Spagna, Francia e Italia, altri Paesi studiano modelli ibridi, dove autovelox e IA diventano sentinelle silenziose di una mobilità sempre più smart.