Un semplice uovo può avere molto in comune con l’intero pianeta e l’aviaria potrebbe essere la prossima pandemia: se ne parla nella nuova puntata di Newsroom, in onda oggi alle ore 21:25 su Rai 3. Il rischio che la storia si ripeta dopo la pandemia Covid sembra concreto alla luce di quello che sta emergendo in queste settimane.
L’esperto David Quammen, che ha previsto con dieci anni d’anticipo la pandemia, ha lanciato un nuovo allarme, stavolta sull’aviaria e sul rischio che il virus H5N1 causi la prossima crisi sanitaria a livello mondiale. Peraltro, il saggista americano non esclude che possa rivelarsi peggiore del Covid, trattandosi di un virus con un’evoluzione rapida.
VIRUS H5N1, L’ALLARME DI QUAMMEN
Quammen ha citato scienziati di cui si fida per riferire che l’aviaria “sta mutando a una velocità impressionante“. Attualmente il virus è ritenuto pericoloso a un livello moderato, ma potrebbero bastare 5-10 mutazioni per passare a quello successivo, grave. Il timore è che la velocità delle mutazioni faciliti il salto di specie e lo renda trasmissibile tra gli esseri umani.
Finora si è diffuso rapidamente tra i mammiferi, infatti negli ultimi mesi l’epidemia si è allargata ai bovini da latte, ma sono stati registrati casi tra volpi e gatti domestici, che possono contrarre il virus bevendo il latte.
COSA SERVE CONTRO L’AVIARIA
In virtù di tutto ciò, per Quammen bisognerebbe non chiamare più aviaria la malattia causata dall’H5N1, ma influenza, perché potrebbe diventare capace di diffondersi liberamente tra gli esseri umani. In questa fase sarebbe utile, secondo l’esperto Usa, migliorare il monitoraggio e gli studi, invece si sta andando nella direzione opposta negli Stati Uniti, visto che un quarto del personale nei laboratori federali che si occupano proprio del monitoraggio dell’aviaria è stato licenziato.
Per Quammen, l’amministrazione Trump avrebbe seriamente compromesso la risposta americana e starebbe mettendo a rischio le sue capacità di prevenzione delle crisi sanitarie. Anche per questo ritiene che lo scenario potrebbe essere peggiore del Covid, tenendo poi conto del fatto che dai casi documentati è emerso un tasso di mortalità più alto rispetto a quello del coronavirus.
La conclusione di Quammen è che non bisogna interrogarsi sulle possibilità che l’aviaria causi una pandemia umana, ma quando accadrà, a meno che non vengano introdotte delle misure adeguate, che però al momento non sono state ancora introdotte.