È di pochi giorni fa la notizia – certamente allarmante, ma da prendere con le dovute precauzioni – del primo caso di aviaria che nel Regno Unito ha colpito una pecora in un allevamento dello Yorkshire che seppur sia un caso per ora del tutto isolato (il capo infetto è stato abbattuto e nessuno di quelli che pascolavano in sua compagnia risulta essersi contagiato) dimostra la sempre più ampia capacità del virus di contagiare pressoché qualsiasi specie animale.
Sempre nel Regno Unito poche settimane fa si era registrato anche il primo caso umano di aviaria; mentre un paio di giorni fa dalla Cambogia era arrivata la notizia della morte di un bambino di 3 anni, terzo decesso dall’inizio dell’anno e 46esimo negli ultimi vent’anni.
Restando un attimo sul ruolo britannico, poco dopo il caso di aviaria nella pecora l’Health Security Agency ha diramato un comunicato contenente 24 virus che risultano essere compatibili con la potenziale Malattia X dell’OMS: tra questi, nel capitolo dedicato all’H5N1 gli esperti inglesi sottolineano chiaramente che “ha il potenziale per scatenare un’emergenza globale simile al Covid“.
Il direttore del dipartimento pubblico Richard Pebody nel corso di un evento ha spiegato che l’influenza associata – erroneamente – ai volatili “negli ultimi 3-4 anni” ha mutato molto rapidamente le “sue caratteristiche” colpendo un pool sempre più ampio di animali.
Bassetti: “È praticamente certo che l’aviaria colpirà anche l’uomo, dobbiamo essere pronti”
Sul tema dell’aviaria – sempre dopo il caso nella pecora inglese – è intervenuto anche l’infettivologo Matteo Bassetti ai microfoni di Virgilio Notizie, partendo dal precisare che l’attuale paura dovrebbe essere sostituita da “un’attenzione prudente e razionale” e mettendo subito dopo in chiaro che di fatto il virus H5N1 quasi certamente “arriverà a colpire anche l’uomo“: una tesi sostenuta a gran voce da tutto il mondo degli scienziati e degli esperti – spiega -, ma sulla quale “i rappresentati politici” sembrano sorvolare, ignorandola.
L’aviaria secondo Bassetti è “un virus molto furbo” noto fin dagli anni ’90 e già alla base di “molte epidemie”, con tutte le carte in regola – soprattutto perché colpisce sempre più ampiamente “i bovini da allevamento e le pecore” – per diventare “un enorme problema“: attualmente è certamente positivo che non si sia mai verificato alcun caso “interumano” – spiega Bassetti ad AdnKronos -, ma resta certo che “avverrà a breve visto che siamo circondati“.
Dal punto di vista della popolazione secondo Bassetti deve dominare un atteggiamento – per ora – calmo dato che a rischiare sono soprattutto gli operatori degli allevamenti a rischiare e che “la cottura [delle carni infette] elimina il virus“; mentre a fare attenzione dovrebbero essere soprattutto le autorità sanitarie per dotarci di “tutti i sistemi diagnostici adeguati“, sorvegliando i casi di “polmoniti anomale” ed iniziando a lavorare alla dotazione dei “farmaci [e dei] vaccini“.