A I Fatti Vostri la storia di Mariane Iacobache, badante truffata da una finta avvocata: “Nel 2016 ho scoperto dei conteggi sbagliati presso il sindacato, riguardanti la famiglia per cui lavoravo. Ho quindi cercato un avvocato e mi sono recata in questo studio legale. Ho raccontato la mia storia e mi hanno detto che mi avrebbero difeso. Poi mi hanno chiesto di incontrarmi vicino ad un bar vicino al tribunale e i due avvocati, un uomo e una donna, mi hanno chiesto 400 euro. Io non sapevo che lei non fosse un avvocato, l’ho scoperto tardi, lei si comportava in maniera normale”. Quindi la badante ha proseguita: “Dopo un po’ di tempo ho chiesto come andasse la mia causa, come stavano andando le cose, l’avvocatessa mi diceva che era in tribunale e che mi avrebbe aggiornata. Lei non mi ha mai detto che non fosse un avvocato, erano tutte e due nello studio legale. Io mi sono convinta che fosse un avvocato visto che si comportava come tale”.
A dicembre quindi alla badante è arrivato il messaggio che aveva vinto la causa: “Ho mandato l’iban ma i soldi non arrivavano, l’avvocata mi ha detto che i soldi vi erano ma erano in un dipartimento del ministero della giustizia. Poi a gennaio ho cominciato a chiedere il documento con la sentenza e lei mi ha mandato un foglio, ma ho iniziato a pensare che fosse un falso“. A quel punto la badante si è rivolta ad un altro avvocato, Mattia Alfano: “Questa storia non tornava fin dagli inizi. La cosa evidente è stata che quest’email veniva da un indirizzo di un account privato mentre ci devono essere delle Pec per comunicazioni ufficiali. La sentenza era fatta bene ma controllando i numeri venivano fuori altre cause e altri giudici”.
BADANTE TRUFFATA DA FINTA AVVOCATA, IL LEGALE: “CHIEDEREMO I DANNI”
L’avvocato a quel punto è andato a verificare in tribunale assieme alla badante truffata: “I cancellieri quando hanno visto la sentenza hanno fatto delle verifiche e si sono allarmati. Hanno fatto anche loro immediatamente denuncia in quanto fosse un reato, una sentenza mai uscita dal tribunale di Firenze”. Ma come si è discolpata la signora? “Ha ammesso ciò che aveva fatto, e che la sentenza l’aveva confezionata lei. Al giornalista ha proposto dei soldi mentre a noi no”.
La badante ha ripreso la parola: “Mi ha chiamata scema isterica, poi mi ha chiamato su WhatsApp dopo il servizio de Le Iene”. Purtroppo per Mariane la famosa causa per cui la donna si era rivolta all’avvocato è risultata decaduta: “Chiederemo i danni alla finta avvocata – ha aggiunto l’avvocato – abbiamo a che fare con una persona che fa la badante”. La povera Mariane si domanda: “Perchè l’ha fatto? Io non accetto le sue scuse”.