I prestigiosi Bafta (ovvero i British Academy Film Awards, simili agli Oscar ma in versione britannica) hanno recentemente comunicato di aver aggiunto una nuova categoria per i registi che si identificano come “non binari“. Si tratta, insomma, di tutte quelle persone che non si riconoscono nella dicotomia tra uomo e donna e che preferiscono per una ragione o per un’altra non identificarsi in un’etichetta di genere precisa.
A comunicarlo sono gli stessi organizzatori dei Bafta con un comunicato pubblicato sul loro sito, in cui hanno cercato di spiegarne le motivazioni. Si tratta, infatti, di una scelta per “livellare il campo di gioco” che fino a questo momento ha previsto un 50% di posti riservati ai registi uomini ed un altro 50% per le donne, lasciando da parte coloro che non si identificano in nessuna delle due etichette, costringendoli a prendere una posizione per candidarsi. Secondo gli organizzatori dei Bafta, inoltre, la loro scelta “incoraggerà un cambiamento positivo nel settore” cinematografico, in cui vige da troppo tempo una cultura prettamente maschilista ed escludente.
Le critiche all’introduzione della categoria “non binaria” ai Bafta
Insomma, dal 2024 chi si iscriverà ai Bafta in qualità di regista potrà scegliere anche la categoria “non binario“, che sarà trattata allo stesso modo delle altre due, riservando ad ognuna delle categorie 17 posti massimi. Rimarrà, invece, immutata la rosa dei giudici, fissi a 6 senza nessuna particolare quota in base al genere. Emma Baehr, direttore dei premi e dei contenuti del concorso ha sottolineato che “questo invia un chiaro messaggio al settore che i dipendenti hanno la responsabilità di fornire ambienti di lavoro sicuri“.
Oltre alle note a favore della scelta dei Bafta di introdurre la categoria per registi “non binari”, tuttavia, non sono mancate neppure le critiche. Secondo Marco Longhi, deputato conservatore di Dudley North (collegio elettorale delle Midlands Occidentali), per esempio, “dobbiamo smetterla con queste sciocchezze“, sottolineando che “prendiamo solo dei ‘registi’ e giudichiamo solo le loro performance”. Invece, secondo Brendan Clarke-Smith, deputato Tory per il distretto di Bassetlaw, “le quote sono già abbastanza brutte così come sono, ma poi imbrogliare per far parte della categoria femminile mi fa pensare che dovrebbero ribattezzarla Daftas“, con un gioco di parole con il termine Bafta e “daft” che in inglese significa “stupido”, concludendo il suo commento sottolineando che “se dovessi valutare le loro sciocchezze sull’essere non binari, gli darei un 10”.