Nel giorno della Festa dei Lavoratori il focus è anche su quei milioni di italiani che a causa del lockdown e dell’emergenza Coronavirus non può ancora tornare alla propria occupazione: e il dramma di queste persone, soprattutto nelle grandi città del nostro Paese, è testimoniato dal numero di coloro che sono costretti a rivolgersi al Banco dei Pegni, unico modo per avere della liquidità immediata per fare fronte alle spese impellenti o, come spiegato da una donna torinese intervistata dall’edizione locale del “Corriere”, per garantire semplicemente al marito un funerale degno, magari impegnando quella stessa fede nuziale che era stata il simbolo della loro unione. E a quello che un tempo era conosciuto a Roma come il Monte di Pietà oramai si rivolgono sempre più persone, anche liberi professionisti che danno vita a una sorta di fila parallela a quella che nelle ultime settimane abbiamo visto all’ingresso dei supermercati di tutta la penisola per fare la spesa. Una fila di persone di ogni età e anche diverse estrazioni sociali che portano in pegno gioielli di famiglia e ovviamente oro, il bene rifugio per eccellenza di questi tempi di crisi, al fine di ottenere qualche centinaio di euro e tirare avanti ancora qualche settimana in attesa di riaprire la propria attività o capire proprio cosa ne sarà di quest’ultima. Secondo delle stime, meno del 5% dei beni dati in pegno finisce poi nelle aste ma con la crisi economica che attende il nostro Paese si teme che queste percentuali possano crescere.
BANCHI DEI PEGNI, BOOM DI PERSONE CHE VI FANNO RICORSO
Il dramma dell’aumento di persone che nell’ultimo mese sono state costrette a far ricorso al Banco dei Pegni si scontra spesso anche con le valutazioni che vengono date ai beni pignorati e che non sempre incontrano le speranze di chi si incontra in quelle file. E tra chi vuole rimanere anonimo, chi ha poca voglia di parlare e coloro che invece sono un fiume in piena (perché quella lunga attesa fuori è pure l’occasione per sfogarsi), non mancano momenti di tensione e per lamentarsi del fatto che quello è l’unico modo per ricevere un prestito in pochi minuti e senza dover passare dal tradizionale (e per molti odioso) canale delle banche, e senza peraltro che nessuno si senta chiedere delle garanzie o il tipo di lavoro che si svolge. Molti fanno la fila per scegliere una polizza il cui TAN si aggira attorno al 7% annuo, ma c’è anche chi torna al monte dei pegni solamente per rinnovare un vecchio prestito anche se accanto a quelli che sono gli “habitué” di questo tipo di servizio vi sono anche persone che per la prima volta si trovano nella necessità di dire addio ad oggetti e ori pur di racimolare piccole somme. Secondo alcuni dati raccolti dallo stesso Monte di Pietà di Roma, si è registrato un incremento del 30% del ricorso a queste soluzioni (contando che il valore di questo mercato in Italia sia di oltre 900 milioni di euro) e con un numero crescente di nuovi clienti; tra le novità c’è soprattutto quella delle richieste di valutazioni dei beni tramite delle app anziché allo sportello.