I dati del Rapporto annuale dell'Istat ricordano la difficile situazione di tanti italiani. Il loro bisogno va affrontato nel modo corretto
Nulla di nuovo sotto il sole? Sembrerebbe così a giudicare dal Rapporto annuale 2025 dell’Istat che recupera in modo organico precedenti Rapporti su singole criticità della nostra Italia: dalla crisi della natalità ai problemi ambientali, dal lavoro alla povertà, dall’inflazione alla riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori, ecc.
L’esperienza degli enti caritativi convenzionati con il Banco Alimentare ci testimonia da anni quotidianamente l’evolvere della situazione “certificata” dall’Istat nei suoi Rapporti.
Le persone in difficoltà, in crescita costante, sono ormai quasi il 10% degli italiani, 5 milioni e settecentomila individui, e, tra le famiglie, abbiamo visto crescere il numero di quelle con il maggior numero di figli minori, ormai oltre il 12%. In un’Italia in cui la denatalità è drammatica e si chiedono misure per incrementare il numero dei nati, di fatto il secondo o terzo figlio espongono al rischio povertà.
Sono 1.300.000 i minori in povertà assoluta e anche l’avere oggi un lavoro non offre garanzie: il 9% dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato è a rischio povertà, e complessivamente, tra tutti i lavoratori, ben il 23% è esposto al rischio povertà o esclusione sociale.
“La Dottrina Sociale ci educa a riconoscere che il più importante dei problemi, o delle risposte a essi, è il modo in cui li affrontiamo … con il suo proprio sguardo antropologico, intende favorire un vero accesso alle questioni sociali: non vuole alzare la bandiera del possesso della verità, né in merito all’analisi dei problemi, né nella loro risoluzione”.
Ecco, qualcosa di nuovo sotto il sole: questa posizione ricordata da papa Leone XIV durante l’udienza concessa recentemente alla Fondazione Centesimus Annus interpella, richiama e conforta tutti noi nella nostra attività quotidiana che da sempre ha come origine e scopo il rapporto con l’altro, una relazione fondata sulla condivisione.
Abbiamo sempre sottolineato che la risposta al bisogno primario, quello alimentare, è l’occasione di incontro tra persone, unica possibilità di vincere la solitudine e l’emarginazione e tentativo di trovare insieme risposta alle diverse “facce” del bisogno che è di tutti: “Abbiamo qui un aspetto fondamentale per la costruzione della ‘cultura dell’incontro’ attraverso il dialogo e l’amicizia sociale”, ha sottolineato ancora il Papa richiamando tutti a una responsabilità più grande.
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