Barbara Piattelli è tra le protagoniste della nuova puntata de Le Ragazze, il programma condotto da Francesca Fialdini che racconta storie di donne che grazie al loro sguardo hanno illuminato eventi della nostra storia recente. Tra queste c’è anche Barbara Piattelli il cui nome è legato ad un fatto di cronaca avvenuto diversi anni fa. Aveva soli 27 anni quando Barbara viene rapita: è il 10 gennaio del 1980 quando un gruppo di persone la porta via dal quartiere Flaminio. Lei è figlia di un prestigioso sarto della moda maschile e del cinema italiano che in quei tempi aveva un atelier in via del Corso; Barbara viene rapita sotto gli occhi della madre, mentre rientra nel garage di casa. Quella notte Barbara sarebbe dovuta andare a teatro con il compagno Ariel Arbib a vedere un debuttante Carlo Verdone, ma quella sera nessuno dei due sarà in platea.
Il rapimento di Barbara è stato uno dei più lunghi della storia della cronaca italiana: la giovane figlia di un prestigioso sarto viene rapita dinanzi alla madre che vede la figlia con una pistola alla tempia. Inizia un lungo viaggio con i rapinatori che la portano in Aspromonte dove vive 343 giorni di sequestro.
Barbara Piattelli e il rapimento: “non sono stata riconosciuta vittima delle mafie”
“Erano giornate senza fine, delle quali mi è rimasto ancora il freddo addosso” – racconta Barbara Piattelli ricordando il suo rapimento. Un grandissimo dolore a cui è riuscita a resistere perchè forte era il desiderio di tornare libera; una libertà che ha cercato di rincorrere da sola provando a tentare la fuga, ma fu raggiunta da uno dei bandi. “Mi misero addirittura le catene per evitare che fuggissi” – ha raccontato Barbara che parlando dei bandi l’ha definiti “rozzi ed ignoranti”
Durante la sua prigionia le fu chiesto il nome di un pianeta e così scelgo Saturno inconsapevole del significato che quel nome avrebbe assunto per le trattative del suo rilascio. “Diventò il nome con cui si identificava il rapitore che telefonava a casa dei miei” – ha raccontato lei che ha descritto i giorni del rapimento come “343 giorni all’inferno”. Proprio la Piattelli durante un’intervista rilasciata alla Rai ha dichiarato: “è stato sequestro messo in atto da una banda criminale legata alla ‘ndrangheta e dunque alla mafia. Io non sono stata riconosciuta vittima delle mafie”.