Barbora Bobul’ovà e l’infanzia in URSS
Barbora Bobul’ovà ha rilasciato in questi giorni un’intervista per Famiglia Cristina, nella quale parla soprattutto della sua parte in Sopravvissuti, la nuova serie in onda su Rai 1 con la direzione di Carmine Elia. Oltre alla sua parte nella serie tv mistery, ha parlato anche della sua infanzia. Infatti, Barbora Bobul’ovà è originaria della Slovacchia, dove ha iniziato la sua carriera da attrice prima di trasferirsi in Italia. Nata sotto il blocco sovietico, ricorda la sua come “un’infanzia felice, malgrado le limitazioni del tipico Pese comunista, come niente film Disney, niente jeans”.
“Quello che accade in Ucraina”, continua Barbora Bobul’ovà nella sua intervista, “mi colpisce molto, non solo perché la Slovacchia è un Paese confinante”. Pochi anni fa, infatti, “ero a Kyiv per girare un film (..) e mi addolora vederla devastata”, concludendo il discorso sostenendo che “di questa guerra siamo tutti colpevoli e come cittadini comuni importanti, possiamo solo pregare”. Pregare, sì, ma non in senso tradizionale, “Dio lo sento come natura e credo che se la rispettassimo di più il mondo tutto sarebbe in pace”.
Barbora Bobul’ovà: “Ho girato in barca, ma ho paura del mare”
Abbandonata la parentesi sul suo passato e sulla delicata situazione ucraina, Barbora Bobul’ovà durante la sua intervista per Famiglia Cristiana ha parlato anche si Sopravvissuti, la nuova serie in onda su Rai 1 che la vede tra i protagonisti, assieme, tra gli altri, a Lino Guanciale. Nella serie interpreta Giulia, una attrice diva che si cura più del suo profilo social che del rapporto con il figlio, naufragato assieme a lei al largo del Marocco. “Io sono proprio lontana dal divismo”, racconta Barbora Bobul’ovà, “sono una persona molto riservata, del mio mestiere mi piace stare sul set, il rapporto con la cinepresa, non la notorietà, non ho neppure i social”.
I protagonisti della serie si trovano, durante una crociera in barca a vela, in mezzo ad una tempesta che li porta al largo del Marocco. Dispersi, vengono dati tutti per morti, mentre un anno dopo il naufragio vengono nuovamente avvistati da un peschereccio, e la serie è ambientata proprio in quell’anno di distanza in cui il mondo li credeva morti. Nell’intervista a Famiglia Cristiana Barbora Bobul’ovà confessa di avere molta immaginazione e di sognare talvolta ad occhi aperti “anche riguardo a situazoni estreme”. Tuttavia, la più grande difficoltà nel girare Sopravvissuti è stata il mare, che “non è il mio elemento naturale” confessando anche che “quella massa d’acqua immensa e misteriosa mi inquieta”, al punto che per girare le scene in barca “ho dovuto prendere le pillole contro il mal di mare”.