NON C’È DUE SENZA TRE: BAYROU SUPERA ANCORA LA MOZIONE DI SFIDUCIA, ECCO CHI L’HA “SALVATO”
Al netto di cosa potrà succedere nei prossimi mesi al Governo Bayrou in Francia una cosa è certa: l’attuale Premier riesce laddove fallì il suo predecessore Barnier, ovvero superare indenne le mozioni di sfiducia che le opposizioni di sinistra presentano ormai con cadenza regolare contro l’esecutivo impiantato dal Presidente Emmanuel Macron. Sebbene occorra sempre ricordare che il sistema politico francese è ben diverso da quello italiano (non si vota la fiducia ad un Governo, bensì occorre “salvarlo” da un’eventuale sfiducia), Bayrou è riuscito a trovare una delicata ma per il momento resistente intesa di massima tra centristi, repubblicani, socialisti e soprattutto destra di Marine Le Pen, il che ha scatenato ancor di più le ire del leader di La France Insoumise (LFI), Jean Luc Melenchon.
Dopo le promesse di rimettere mano alla riforma delle pensioni, e dopo soprattutto l’utilizzo dell’articolo della Costituzione di Francia che prevede di adottare senza voto in Parlamento parte del bilancio nazionale 2025 per la previdenza, LFI ha accusato il Governo Bayrou di forzare la democrazia sfidandolo con la terza mozione di sfiducia in poche settimane. Solo 115 Sì sui 289 seggi totali vede alla fine l’affossarsi della mozione di sfiducia, venendo meno tanto i voti del Rassemblement National quanto, soprattutto, quelli del Partito Socialista di Glucksmann che in linea teorica ancora farebbe parte del Nuovo Fronte Popolare assieme a Melenchon. La sinistra, con i comunisti, accusano il Premier Bayrou di far agire il Governo di unità nazionale come «il Rassemblement National», invocando l’impeachment nuovamente per il Presidente Macron.
CAOS NEL NUOVO FRONTE POPOLARE ORMAI AL CAPOLINEA: MELENCHON CONTRO IL GOVERNO, SOCIALISTI VOTANO CON LE PEN
Tutto rimane intatto però nel Governo e nell’Assemblea Nazionale di Francia, con equilibri molto delicati ma che per il momento reggono, anche perché Le Pen sarebbe concorde con Bayrou sull’indirizzo preso circa la riforma pensionistica: nel concreto, il Premier francese ha impegnato il Governo sulla spesa per la sicurezza sociale di tutto l’anno in corso, con Melenchon invece che in risposta ha annunciato una quarta mozione di sfiducia che dovrà ancora essere esaminata in settimana.
Se da un lato la Manovra complessiva appare salva in Francia, gli ostacoli non possono essere sottovalutati da Bayrou vista la fragile intesa complessiva che perdura da settimane tra centro, destra e parte della sinistra. Le Pen e i socialisti, che di fatto hanno spaccato definitivamente il NFP, hanno i riflettori addosso per le scelte che faranno, così come dall’Eliseo Macron e Bayrou devono stare attenti a muovere le prossime riforme per non rischiare di veder crollare il terzo governo nel giro di neanche un anno. Dove prosegue la tempesta è invece definitivamente l’area della sinistra, un progetto di “campo largo” decollato solo per frenare l’avanzata di Bardella e Le Pen alle ultime Elezioni e che si è frantumato neanche 6 mesi dopo l’esordio in Parlamento. Dopo la mozione di sfiducia respinta, Melenchon ha rilasciato un comunicato in cui denuncia il PS come responsabilità della «rottura temporanea del Nuovo Fronte popolare»: l’intento di LFI è di isolare i socialisti, estromettendolo dalla coalizione e richiamando gli altri partner – ovvero ecologisti verdi e comunisti – a rimanere nel NFP per lanciare la sfida al Governo di larghe alleanze, simbolo del «macronismo imperante».