La Bce ha tagliato i tassi di interesse. Resta incertezza relativamente alla direzione che potrà prendere l'inflazione nei prossimi mesi
Lo scorso 5 giugno il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di ridurre di altri 25 punti base i tassi di interesse arrivando così al 2%: si tratta dell’ottavo taglio consecutivo per complessivi 200 punti base a partire da giugno 2024, quando i tassi erano fermi al 4% da settembre 2023.
La decisione è stata presa considerando anche i dati preliminari relativi all’inflazione del mese di maggio, secondo i quali il costo del carovita dell’Eurozona si attesterebbe all’1,9% (stesso dato dell’Italia) rispetto al 2,2% del mese di aprile, scendendo così sotto la soglia del 2% per la prima volta da settembre 2024, quando l’inflazione rilevata è stata pari al’1,7%.
Un fattore determinante nell’ambito delle componenti dell’indice è stata la contrazione dell’inflazione connessa ai servizi scesa dal 4% di aprile al 3,2% di maggio (livello più basso da marzo 2022). Le recenti proiezioni, inoltre, hanno rivisto al ribasso dello 0,3% le stime per il 2025 e 2026 con un’inflazione rispettivamente pari al 2% e all’1,6% che riflette la previsione di un calo dei costi energetici e di apprezzamento dell’euro.
Anche i dati relativi al Pil dell’Eurozona relativi al primo trimestre hanno evidenziato un incremento dello 0,6% rispetto allo 0,3% registrato sia nel trimestre precedente che nel corrispondente periodo del 2024.
Come sottolineato dalla Presidente Christine Lagarde in conferenza stampa, nonostante i rischi per la crescita economica siano orientati verso il basso, la possibilità di un aumento delle tensioni commerciali a livello mondiale potrebbe indebolire la crescita dell’area dell’euro con un impatto negativo su esportazioni, consumi e investimenti, oltre al possibile peggioramento del clima di fiducia nei mercati finanziari e alle tensioni geopolitiche che contribuiscono a rendere più incerte le prospettive di inflazione nell’area dell’euro.
Il quadro commerciale è quindi estremamente incerto e volatile: se da un lato il calo del costo dell’energia e l’apprezzamento dell’euro potrebbero contribuire a un ulteriore ribasso dell’inflazione, dall’altro un incremento della spesa per difesa e infrastrutture oltre alla frammentazione delle catene di approvvigionamento a livello globale potrebbe determinare un incremento del carovita.
Rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa, la Presidente Lagarde ha precisato che, dato l’attuale livello dei tassi di interesse, la Bce si è collocata in una buona posizione per affrontare le situazioni di incertezza e che con l’ultimo taglio si sta giungendo alla fine di un ciclo di politica monetaria che ha dovuto reagire agli effetti del Covid, della guerra tra Russia e Ucraina e della crisi energetica.
Considerate tuttavia le attuali condizioni, la Presidente ha ribadito che l’orientamento di politica monetaria verrà adeguato sulla base dei dati definendo le varie decisioni sui tassi di interesse in base ai dati economici e finanziari, all’inflazione e all’intensità con cui si trasmette alla politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso predefinito.
La prossima riunione del Consiglio direttivo della Bce è prevista per il 27 luglio.
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