Quella da poco passata è stata la quarta notte di scontri in Serbia, in particolare nella capitale Belgrado. Dopo che nelle scorse era andata in scena una protesta pacifica, con migliaia di ragazzi che si erano trovati nella piazza di fronte alla sede del parlamento, sedendosi per terra e intonando slogan, la tensione è tornata altissima nei Balcani, con la polizia che è stata costretta nuovamente a intervenire. I dimostranti, come ricorda l’edizione online di Rai News, hanno infatti tentato nuovamente di assaltare la sede dell’Assemblea Nazionale, e di conseguenza le forze dell’ordine hanno dovuto respingere gli stessi. I primi hanno risposto con lanci di oggetti di ogni tipo, dalle bottiglie ai petardi passando per le pietre, mentre la polizia ha caricato i facinorosi prendendoli a manganellate, ma anche con cariche e lancio di lacrimogeni. Secondo quanto riferito dai media locali, sarebbero stati almeno 19 gli arresti fra i dimostranti, fra cui anche un cittadino tunisino.
BELGRADO, QUARTA NOTTE DI SCONTRI IN SERBIA: IL COMMENTO DEL PRESIDETE VUCIC
Già negli scorsi giorni erano stati arrestati degli stranieri, fra cui anche un israeliano, anche se non è ben chiaro se si tratti di “infiltrati”, oppure, di residenti di Belgrado. La scorsa notte sono stati diversi i feriti, fra cui anche numerosi giornalisti, cineoperatori e fotoreporter, accorsi sul posto per documentare la guerriglia: alcuni di essi sono stati colpiti dai manifestanti più violenti, mentre altri sono finiti in mezzo agli scontri senza volerlo. Fra i feriti vi sono due giornalisti “gravi”, portati in ospedale con ferite e fratture varie. I media serbi hanno anche documentato uno dei dimostranti violenti mentre compiva il saluto nazista ripreso da una telecamere posta sull’edificio parlamentare, e ciò potrebbe confermare le indiscrezioni degli scorsi giorni, secondo cui ad aizzare la folla sarebbe proprio il movimento di estrema destra locale. Il presidente Aleksandar Vucic ha condannato per l’ennesima volta la violenza, spiegando che si tratta “in larga parte di gente frustrata, legata a tycoon e a politici senza alcun programma, incapaci di ottenere credito nella popolazione. Gente che mette a rischio la salute propria e quella di migliaia di altre persone inscenando simili dimostrazioni di piazza nel pieno di una nuova ondata epidemica”.