“Bella ciao” dovrà diventare l’inno ufficiale della Resistenza anche per legge: è questa la proposta partorita dalle forze di Centrosinistra del Governo Draghi, segnatamente Pd-M5s-Leu-Iv. È stata presentata negli scorsi giorni la proposta di legge per chiedere ufficialmente che “Bella ciao” «sia considerata inno della Resistenza e venga dunque eseguita ogni 25 aprile, dopo l’inno di Mameli, in tutte le cerimonie ufficiali per la Festa della Liberazione».
I firmatari sono Walter Verini, Emanele Fiano, Piero Fassino e Laura Boldrini per il Pd; Alberto Manca per M5s; Nicola Stumpo per LeU; Michele Anzaldi e Massimo Ungaro per Italia Viva. Un documento agile di un solo articolo diviso in 2 commi che sta generando non poche polemiche tanto nella maggioranza quanto per le opposizioni di Centrodestra (leggasi Fratelli d’Italia): «si intende riconoscere finalmente l’evidente carattere istituzionale a un inno, Bella ciao, che è espressione popolare – vissuta e pur sempre in continua evoluzione rispetto ai diversi momenti storici – dei più alti valori alla base della nascita della Repubblica», si legge ancora nella proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati.
– Comma 1 articolo 1: «si prevede il riconoscimento da parte della Repubblica della canzone quale “espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita e del proprio sviluppo”»;
– Comma 1 articolo 1: «Bella ciao sia eseguita, dopo l’inno nazionale, in occasione delle cerimonie ufficiali per i festeggiamenti del 25 aprile, anniversario della Liberazione dal nazifascismo».
BELLA CIAO OBBLIGATORIA: LE REAZIONI
Non benissimo le reazioni in opposizioni alla proposta di legge lanciata dal Centrosinistra di Governo: in primis, Ignazio La Russa, vicepresidente FdI in Senato, che sbotta «Non mi pare che sia il problema principale dell’Italia in questo momento. E non mi pare che Bella ciao possa sostituire il canto Fratelli d’Italia». Non solo, il canto dei partigiani a Fratelli d’Italia non è “avverso” per motivi legati al testo ma «per colpa della sinistra è diventata una canzone che non copre il gusto di tutti gli italiani: è troppo di sinistra. Non è la canzone dei partigiani, è la canzone solo dei partigiani comunisti. Sono contrario». Alcuni osservatori e analisti notano come la proposta di legge sia una “forzatura” per provare a ribadire un antifascismo “di facciata” per motivi di attualità politica, piuttosto che un riconoscere un’evidenza che vi è già, ovvero che “Bella ciao” è di fatto la canzone della Resistenza senza bisogno di renderla obbligatoria per legge. Critiche arrivano anche da sinistra, in particolare dal segretario del Partito Comunista Marco Rizzo che sbotta «Io credo che le politiche del Pd su questa tematica siano un classico antifascismo da passerella. Infatti non è un caso che proposte simili vengano alla luce sempre appena prima di un periodo elettorale. Adesso ci sono le elezioni amministrative e viene fuori questa proposta. Nelle scorse tornate elettorali c’era l’allarme per “l’onda nera”, “attenti arriva Salvini”, adesso con Salvini ci governano». Secondo il comunista Rizzo, i Dem sono la costruzione politica «ipocrita che ci sia. Si dovrebbero vergognare perché sono gli stessi che al Parlamento europeo hanno votato la mozione della destra che equiparava il comunismo al nazismo. Con questa gente e con il loro antifascismo prêt-à-porter non vogliamo avere nulla a che fare».