Biblioteche e archivi chiusi/ Consulta Universitaria scrive a Dario Franceschini

- Emanuele Ambrosio

Biblioteche e archivi ancora chiusi nella Fase 3 del Coronavirus. Come mai? La Consulta Universitaria per la Storia dell’Arte scrive a Dario Franceschini

Biblioteche chiuse

Con la Fase 3 dell’emergenza Coronavirus si è tornati ad una quasi apparente normalità, anche se tante sono le cose che ancora devono ripartire. Tra queste ci sono proprio le biblioteche e gli archivi, luoghi del sapere e della conoscenza che stranamente sono ancora a porte chiuse e che sembrano non rientrare nelle priorità della politica e del governo. Stranisce (e non poco) la cosa, visto che da diversi giorni sono state ufficialmente riaperte anche le discoteche, i locali e luoghi di affollamento tipicamente estivi. Una scelta davvero poco chiara quella presa dal Governo che sembrerebbe favorire luoghi di dispersione a luoghi indicato per lo studio, la lettura, la ricerca e la cultura. Questa decisione ha spinto la Consulta Universitaria per la Storia dell’Arte, CUNSTA, a inviare una comunicazione diretta al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo nella persona di Dario Franceschini e al ministro dell’Università Gaetano Manfredi. “Nel momento in cui il paese è ormai ripartito, a rimanere quasi completamente chiuse sono ancora le biblioteche. Nei rari casi in cui qualcuna di esse ha invece sperimentato qualche forma di riapertura – a orari fortemente limitati e con vari servizi non effettivi – una speciale normativa è intervenuta a bloccarne ulteriormente l’attività” si legge nella lunga lettera firmata dalla Consulta Universitaria per la Storia dell’Arte. Questa normativa riguarderebbe la consultazione dei libri presenti nelle biblioteche.

Biblioteche chiuse: la lettera della CUNSTA

“Si tratta della disposizione “non prescrittiva” proveniente dall’Istituto della Patologia del Libro (un istituto non medico ma di conservazione libraria) che ha consigliato una quarantena di 10 giorni per ogni libro eventualmente consultato” – si legge nella lunga missiva sulla chiusura delle biblioteche con tanto di argomentazione presentata dalla CUNSTA – “l’Associazione Italiana Biblioteche ha espresso forti perplessità circa la misura dei 10 giorni, rappresentando che l’Istituto Superiore di Sanità, dunque il massimo organismo in campo sanitario nazionale, ha espressamente definito il periodo di sopravvivenza del virus sulla carta a un massimo di 3 giorni”. Non solo, la CUNSTA nella lunga lettera inviata anche ai direttori generali degli Archivi, delle Biblioteche e dell’Educazione del Ministero ha precisato quanto questa scelta di non riaprire questi luoghi di cultura e sapere sia ingiusta. Una scelta che la CUNSTA ha motivato da parte del Governo semplicemente per un motivo puramente economico come si legge nella lunga lettera: “luoghi non direttamente connesso alle strutture del commercio e della produzione industriale”. Se con il Decreto Rilancio il Governo Conte ha stanziato milioni di euro per la cultura, è davvero strano (per non dire altro) che biblioteche e archivi di ordine risultino ad oggi ancora chiuse. Come mai?  per la cultura si sono stanziati milioni di euro, anche grazie al Decreto Rilancio oltre che al Cura Italia, sarebbe poco lungimirante castrare la parte di studio e ricerca che sta alla base del settore stesso. Di seguito, la lettera inviata da CUNSTA alle autorità politiche.





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