NON TUTTA LA CHIESA USA È SCHIERATA CONTRO TRUMP: IL VESCOVO ANTI-WOKE SPERA NELLA “NUOVA” CASA BIANCA (E ATTACCA BIDEN)
Partendo da un punto chiave, ovvero che l’unica vera speranza per i cristiani è Gesù e dunque nessun politico o “uomo del destino” può essere scambiato come tale, quanto sottolinea nell’intervista a “Il Tempo” il vescovo americano Joseph Strickland sulla nuova Presidenza Trump fa intuire come non vi sia un unico coro contrario al Presidente repubblicano all’interno della Chiesa americana. Sebbene non sia una novità la “spaccatura” interna che perdura fin dal primo mandato del tycoon, i primi decreti di Trump su migranti, diritti LGBT e sacralità della vita hanno fatto storcere il naso a molti, anche tra i cattolici Usa.
Ebbene, secondo il vescovo Strickland – ex titolare della Diocesi di Tyler, rimosso però da Papa Francesco nel 2023 dopo diverse considerazioni polemiche contro il Sinodo e lo stesso magistero di Bergoglio – la vittoria di Trump su Biden potrebbe dare nuova linfa alle speranze dei cristiani nel tornare a riconoscere il buon senso nei programmi di Governo, ma non solo. Per il vescovo originario del Texas, la Presidenza Biden – pur se in linea teorica promuoveva il secondo Presidente cattolico della storia americana, dopo Kennedy – ha dato il peggio in materia di legislazioni e libertà religiose: «la difesa dei principi cristiani fondamentali è stata vietata, scoraggiata» e in alcuni casi anche criminalizzata. Dall’eutanasia all’aborto, passando per le legislazioni woke, la “cancel culture” e le transizioni di genere per minori: Strickland ritiene che la libertà di vivere la fede cattolica e cristiana in toto sarà maggiormente garantita con questa nuova amministrazione, piuttosto che con quella dem appena andata in archivio.
WOKE, MIGRANTI, ABORTO: COME RISPONDE IL VESCOVO STRICKLAND
Il ritorno al buon senso è il tema chiave per il vescovo texano di tutta l’innovazione trumpiana, rispetto alla Presidenza Biden: non tanto appunto perché Trump possa considerarsi come un “salvatore” – lo è solo il Cristo, come tiene a precisare Strickland – ma per il fatto che il ritorno al riconoscimento della legge naturale ridà speranza a parte del popolo americano che si è sentito “marginalizzato” nei 4 anni di legislazioni democratiche. Tanto Trump, quanto soprattutto il cattolico J.D. Vance come vicepresidente (che si è subito schierato con la Marcia della Vita come primo evento pubblico dopo l’insediamento), rappresentano un “ritorno alla luce della verità”.
Prendendo ad esempio il tema dei migranti che così tanto ha diviso la Chiesa americana dopo l’ordine di rimpatrio per tutti gli irregolari su suolo americano, il vescovo Strickland sottolinea che serve ricordare come una vera immigrazione deve essere incoraggiata solo se lecita e legale, con diritti ma anche doveri: lo scollamento tra realtà e ideologia negli anni – tra le diverse amministrazioni GOP e Dem – hanno generato il caos odierno, così come la spinta contro il “buon senso” ha partecipato al causa il crollo della tenuta morale e culturale del Paese. Sui temi legati alla difesa inalienabile della vita poi, la posizione netta della Presidenza Trump-Vance rassicura l’elettorato conservatore, come riconosciuto dallo stesso vescovo rimosso appena due anni fa dalla Diocesi di Tyler, ma molto ascoltato negli ambienti neo-con americani: la speranza della nuova Presidenza è che sia d’ora in poi più facile «difendere la sacralità della vita», come dimostrerebbero i primi ordini esecutivi e l’intento di costituire un “ufficio della fede” all’interno della Casa Bianca che possa vigilare su tutte le forme di discriminazioni anti-cristiane presenti nei vari Stati federali.