Il programma di Rai Tre, Farwest, si è occupato ieri dei bimbi plusdotati, che non sono altro che quei bambini definiti “geni” che hanno una intelligenza ben al di sopra della media e che svolgono compiti che i loro coetanei possono solamente sognarsi. Fulvia Campo, neuroscienziata di Mensa Italia, precisa: “Definiamo plusdotate le persone che hanno un quoziente intellettivo oltre il 130, si tratta del 2 per cento della popolazione, ma sono dati chiaramente sottostimati, in genere quelle persone che provengono da condizioni socio economiche svantaggiate non vengono adeguatamente riconosciute e intercettate”.
E ancora: “Il plusdotato è una persona con un pensiero arborescente, che si ramifica come un albero. Il modo più evidente per definirlo è con un test di quoziente intellettivo”. Sono ovviamente dei bimbi e dei ragazzi geni ma che hanno dei piccoli “problemi”: “Magari un profumo dà fastidio – spiecifica ancora la neuroscienziata – un suono da fastidio, ma anche l’etichetta della maglietta da fastidio mentre i genitori pensano stiano facendo dei capricci ma non è così. Stimoli un po’ meno intensi per le persone normali vengono vissuti come uno stimolo già sufficiente per attivare il cervello. Quando vivi in un mondo che non è tarato sul tuo modo di pensare e ragionare e quando sei piccolo e ti interfacci con i tuoi pari è facile sentirsi sbagliati e rotti”.
BIMBI PLUSDOTATI, IL COMMENTO DEI GENITORI
Farwest ha intervistato anche alcuni genitori dei ragazzi plusdotati: “Alla scuola dell’infanzia si rifiutava di disegnare – racconta una madre – faceva milioni di puntini e linee a cui dava storie fantastiche di formiche solidali fra loro che si aiutavano, l’idea gli era venuta da una mostra di Umberto Eco”. Il padre aggiunge: “Davanti ad un cartone animato saltava di gioia mentre davanti ad una immagine del Tg prendeva e scappava piangendo”, sottolineando come appunto questi stimoli siano accentuati e come questi bimbi plusdotati non siano in grado di gestire le emozioni. Greta, giovane plusdotata, racconta: 2Senti suoni e odori che altre persone non percepiscono. Se ho un fallimento la mia mente va in down e mi domando cosa ho sbagliato. Capita a volte di sentirsi sola perchè una conversazione più profonda non tutti riescono a farla”.
Un’altra aggiunge: “Ho preso 6.5 mezzo in un compito di matematica e per me è la fine del mondo”. Questi ragazzi hanno solitamente delle grandi difficoltà relazionali visto che la loro mente funziona in maniera totalmente diversa, ma soprattutto, manifestano paradossalmente evidenti problemi a scuola. Il problema è che il nostro sistema scolastico non è formata per accogliere questi ragazzini. “Alle medie quando ho scoperto di essere plusdotato, nessuno sapeva cosa fosse”, racconta un ragazzo, mentre un genitore spiega: “Si è parlato di Adhd, di autismo, nonostante abbiamo presentato le certificazioni, non c’è stata nessuna possibilità di cambiare le etichette che erano state date”.
BIMBI PLUSDOTATI, LE PAROLE DI VIVI CASTELLI
Una madre precisa: “Per loro devi essere nella media, omologato, non disturbi e non dai fastidio, così nessuno deve preoccuparsi, ma se li metti così li metti nella noia e basta”, e c’è il serio rischio che il bimbo non vada più a scuola. Vivi Castelli, presidente dell’associazione Step Net Odv, commenta: “Uno dei rischi più importanti è la disaffezione scolastica, che sfocia nell’espulsione dalla scuola. Il tema è arrivato in Europa in maniera chiara nel 1994, quando c’è stata la prima raccomandazione europaa che invitava tutti gli stati membri ad occuparsi di questi bambini a livello scolastico. La politica non sta facendo niente. Siamo riusciti nel 2018 ad ottenere un tavolo tecnico, abbiamo scritto le linee guida ma da quando mi occupo di plusdotazione ho visto 8 governi diversi e queste linee guida non sono ancora state emanate”.
E ancora: “E’ una questione di diritto costituzionale e poi di dignità personale, molto spesso i racconti di questi bimbi e ragazzi ci parlano di un mondo respingente dei loro bisogni e che quindi non li include. Se vogliamo realmente un futuro migliore pensare all’integrità e all’unicità delle persone renderà la terra un posto migliore”, ha concluso.