Torna dalla madre il fratellino del bimbo di 2 anni ucciso a calci e pugni dal padre nel 2019, in una casa di San Siro, a Milano. Questa la decisione della Corte d’appello sezione Minori, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, con la revoca dell’adottabilità del piccolo per cui, nel 2021, il Tribunale per i Minorenni aveva tolto la responsabilità genitoriale alla mamma aprendo all’orizzonte dell’adozione. All’epoca della tragedia, la donna era incinta e il bambino che poi ha avuto era stato allontanato su disposizione dei giudici. Ora la svolta che avrebbe cambiato le sorti della famiglia.
La madre, stando agli sviluppi della vicenda riportati dal quotidiano, potrà così rivedere il figlio dopo la perdita dell’altro, massacrato, secondo la ricostruzione, con una serie di percosse che lo avrebbero portato alla morte. A processo il padre, un 26enne rom cittadino italiano, Alija Hrustic, che avrebbe colpito il bimbo con almeno 51 pugni e calci alla testa. Sul corpicino martoriato del piccolo, avrebbe stabilito l’autopsia, segni di una violenza sconvolgente: profonde ferite e lacerazioni anche sul volto, i piedi bruciati con fiamma viva e evidenze di morsi a carico di braccia e dorso. 2 anni dopo l’orrore, il fratellino del bimbo ucciso a Milano – non ancora nato al momento del dramma – sarebbe stato tolto alla madre. Nelle scorse ore la notizia della revoca del provvedimento.
Milano, torna dalla madre il fratellino del bimbo di 2 anni ucciso dal padre
Il caso del bimbo ucciso a calci a Milano dal padre ha scosso profondamente l’Italia. Una vicenda terribile in cui si è innestato il dramma del fratellino della vittima, allontanato dalla mamma per decisione del Tribunale per i Minorenni e inizialmente destinato alle procedure di adozione. La decisione della Corte d’appello sezione Minori di cui parla Il Corriere della Sera avrebbe cambiato il corso degli eventi consentendo alla donna di riaverlo con sé alla luce dei progressi riscontrati nel suo percorso di “reinserimento sociale”.
Il suo ex compagno, padre del bimbo ucciso nel maggio 2019 nella loro casa di San Siro, nel capoluogo lombardo, è finito a processo e in primo grado, nel 2021, sarebbe stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario e tortura. Il secondo grado di giudizio a suo carico, nel marzo 2022, si sarebbe concluso con una riduzione di pena a 28 anni di carcere con reato riqualificato da omicidio volontario a maltrattamenti pluriaggravati da lesioni e morte della vittima. In appello, i giudici avrebbero escluso il reato di tortura riconosciuto in primo grado. Hrustic, riporta Ansa, nell’ambito del processo sul caso del bimbo ucciso, sarebbe stato assolto dall’accusa di maltrattamenti aggravati verso la moglie. Un esito basato sulla formula “perché il fatto non sussiste“.