Il blackout che ha colpito ieri la Spagna e il Portogallo ha causato una delle più vaste interruzioni di energia elettrica mai registrate nella storia recente dell’Europa occidentale lasciando al buio milioni di cittadini e mettendo in ginocchio trasporti, comunicazioni e servizi essenziali per oltre dodici ore; l’erogazione della corrente è tornata al 99% in Spagna entro le 6 del mattino di oggi, ma nonostante il parziale ritorno alla normalità, le cause del guasto rimangono sconosciute.
Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha dichiarato: “Mai c’era stato un tale collasso della rete spagnola” e ha confermato che sono stati persi 15 gigawatt di elettricità in appena cinque secondi, una quantità pari al 60% della domanda nazionale nel momento più critico. A Madrid, la metropolitana ha riaperto parzialmente dopo le 8 del mattino, mentre restano ancora inattive alcune linee come la 7° ma per compensare, il traffico degli autobus urbani e interurbani rimarrà gratuito per tutta la giornata.
Gli ospedali hanno resistito grazie ai generatori, ma i Vigili del Fuoco hanno dovuto effettuare quasi 300 interventi per liberare persone rimaste intrappolate negli ascensori; semafori fuori uso, blackout nelle case, nelle scuole, nei bancomat e nei centri commerciali. L’intero sistema urbano si è improvvisamente spento, mentre i supermercati venivano presi d’assalto da chi poteva ancora pagare in contanti.
Blackout e infrastrutture energetiche vulnerabili: oscillazioni e caos secondo REN
Anche il Portogallo – dove la rete è oggi considerata “perfettamente stabilizzata” secondo l’operatore REN – ieri è stato travolto da un caos straordinario tra ritardi e difficoltà nei trasporti e nella comunicazione: l’ipotesi di un attacco informatico è stata smentita dalle autorità europee per la sicurezza digitale, ma restano forti i timori e le perplessità in un contesto di crescente vulnerabilità delle infrastrutture energetiche.
Red Eléctrica (Ree) e la portoghese REN hanno parlato di “oscillazioni anomale” nelle linee ad alta tensione e di un raro fenomeno atmosferico che avrebbe alterato l’equilibrio di sincronizzazione con la rete europea; il ripristino è stato possibile grazie all’interconnessione con Francia e Marocco e alla riattivazione delle centrali a gas e idroelettriche ma la ripresa della piena normalità è ancora lontana. I treni sono rimasti bloccati per ore, centinaia di voli sono stati cancellati o ritardati, e i reattori nucleari hanno dovuto avviare le procedure di sicurezza automatica; a Siviglia, quando la luce è tornata, in molti hanno applaudito per il sollievo.
Un messaggio di solidarietà è arrivato nelle scorse dall’Ucraina: il presidente Volodymyr Zelensky ha offerto assistenza tecnica alla Spagna, facendo leva sull’esperienza maturata dal suo Paese nel fronteggiare blackout causati dagli attacchi russi – “Siamo pronti ad aiutare i nostri amici” – ha scritto su X, annunciando di aver già incaricato il ministro dell’Energia di agire rapidamente. Nel frattempo, re Felipe VI ha presieduto questa mattina il Consiglio Nazionale per la Sicurezza, insieme ai vertici militari e di intelligence per fare chiarezza su quanto accaduto ma fino a nuove verifiche resta aperta ogni ipotesi.