Oggi, 8 aprile 2025, i dati relativi ai livelli di polline e alla qualità dell’aria restano tutto sommato confortanti, ma chi soffre di allergie farà bene a non abbassare la guardia, soprattutto in Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, aree in cui i tassi di polline cominciano a farsi sentire sul serio.
A Pescara, i cieli poco nuvolosi non aiutano: l’esposizione al sole e l’assenza di pioggia favoriscono la dispersione pollinica nell’aria. Secondo il report quotidiano di PollinieAllergia.net, nella settimana appena passata si sono registrati valori medi di 6,4 granuli/m³ per le Corilacee (in particolare l’Ostrya carpinifolia, parente stretto del carpino) e 5,1 granuli/m³ per le Cupressacee e Taxacee, numeri che non sono ancora al picco stagionale, ma che segnalano una risalita dei numeri.
Anche la qualità dell’aria, pur rimanendo su livelli accettabili (AQI 31), non è impeccabile: PM2.5 e biossido di azoto (NO₂) si aggirano su valori definiti “discreti”, quindi tollerabili per la maggioranza della popolazione, ma potenzialmente fastidiosi per chi ha già fragilità respiratorie. Il consiglio? Passeggiate sì, ma nelle ore meno ventose e lontano da zone ad alta densità di traffico.
Friuli più secco, Umbria tranquilla: qualità dell’aria discreta, polline basso da monitorare
Spostandoci più a nord, il Friuli Venezia Giulia continua a offrire giornate serene, ma anche qui l’atmosfera limpida è una lama a doppio taglio: favorisce la permanenza delle concentrazioni polliniche nell’aria e le rende più “aggressive” per chi è sensibile. Secondo le previsioni, tra il 2 e il 9 aprile, si è registrato un aumento della concentrazione pollinica.
Per quanto riguarda l’aria, basandoci sulle rilevazioni ARPA, Udine segna un AQI di 33, sempre nella fascia “discreta”: ozono e PM2.5 restano su valori che non destano allarme, ma che meritano un controllo costante, principalmente nei prossimi giorni se non arriveranno piogge a “lavare via” le particelle sospese.
Più serena la situazione in Umbria, dove Perugia gode di livelli buoni di qualità dell’aria (NO₂ e PM10 su valori ottimi) e pollini in prevalenza bassi o assenti: in questa zona, chi soffre di allergie può ancora tirare un respiro di sollievo, ma ricordiamo che la primavera è solo all’inizio e la situazione è in costante evoluzione, quindi è preferibile monitorare i dati quotidianamente, perché il polline – si sa – non bussa prima di entrare.