Continuano i bombardamenti israeliani in Siria. Nella scorsa settimana obbiettivo era stato l’aeroporto civile di Damasco, nelle ultime ore è toccato a quello di Aleppo. Il motivo per cui Gerusalemme colpisce le strutture civili è semplice: secondo loro infatti Teheran usa aerei civili per trasportare in Siria armi destinate al nemico di sempre, gli Hezbollah. Tutto questo avviene nel silenzio internazionale, da parte americana e russa, come se ci fosse un tacito accordo di natura sconosciuta.
“In realtà” ci ha detto in questa intervista Filippo Landi, già corrispondente Rai da Gerusalemme “dietro a tutto c’è il problema di sempre, l’accordo sul nucleare con l’Iran. Se Stati Uniti e Europa hanno interesse a riaprire quanto Trump ha mandato in pezzi, Gerusalemme è fortemente contraria. Ma dietro ancora c’è un altro aspetto, legato sempre a questo, ed è la contesa in atto fra Israele e Libano e quindi Hezbollah per definire la spartizione di un grande giacimento di gas sotto alle acque costiere del due Paesi”.
L’aeroporto internazionale di Aleppo ha dovuto chiudere dopo quello che è stato definito uno dei bombardamenti più pesanti degli ultimi anni in Siria, a opera di Israele, dopo che era già successo lo stesso a Damasco. Israele non ha mai smesso negli ultimi anni di colpire la Siria, ma ci si chiede il motivo di tanta attività militare in questi ultimi giorni. Secondo lei?
Il motivo è molto più locale e si ricollega alla tensione sempre più elevata per la definizione dei confini marittimi tra Israele e Libano, soprattutto delle zone di appartenenza dei giacimenti di gas sottostanti. È in corso da tempo una difficile trattativa tra i due paesi. Gli israeliani come è loro natura vanno per le spicce e vorrebbero un accordo a loro favorevole prendendosi gran parte di quel giacimento. Libanesi ed Hezbollah minacciano invece che se lo faranno può cominciare un nuovo conflitto.
In questo quadro si inserisce l’Iran? Sappiamo che Teheran utilizza aerei civili per far giungere armi in Siria destinate a Hezbollah.
La trattativa è strategica. L’Iran ha offerto agli Usa e all’Europa petrolio e gas a prezzi calmierati in cambio dell’accordo sul nucleare. L’Iran entra in questa vicenda per appoggiare Libano e Hezbollah in riferimento alla vicenda del giacimento. I problemi che nascono in Ucraina in questo momento si rovesciano anche in Medio Oriente.
Colpisce il silenzio di Mosca su quanto sta avvenendo, da sempre stretta alleata di Damasco, no?
Intanto l’Iran vede boicottato da Israele l’accordo sul nucleare e vuole quindi rendere più difficile l’approvvigionamento di gas a Gerusalemme, destinandolo in gran parte all’esportazione verso l’Europa. Se Israele continua a boicottare l’accordo l’Iran boicotta l’accordo tra Libano e loro. Il ruolo della Russia invece è molto delicato. Da una parte l’Iran è pronto a tagliare i suoi tradizionali rapporti con Mosca in cambio del via libero americano sull’accordo sul nucleare. Se gli israeliani bombardano i rifornimenti di armi la Russia non alza la voce perché indirettamente fa capire all’Iran che senza il suo sostegno a tutto campo l’Iran non ha altri aiuti a livello internazionale al momento. È un gioco molto complesso e molto delicato.
Ma questa proposta di vendere il gas all’occidente è qualcosa di concreto, di fattibile? E Mosca come prenderà la cosa?
Ci sono stai esponenti iraniani che hanno detto anche recentemente che un accordo sul nucleare aprirebbe le porte a una regolarizzazione degli afflussi di gas e petrolio verso l’Europa, ma anche verso gli Usa. Questo ovviamente in questo momento interessa molto vista la fase di confronto sull’energia esistente. Il rapporto diretto fra Iran e Russia è un rapporto tradizionalmente consolidato dai tempi della caduta dello scià di Persia, si è concretizzato recentemente con la vendita di droni a Mosca ma sappiamo bene che le vendite di armi così come possono essere concesse possono anche essere sospese se si ottiene ciò che ha più importanza.
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