Il Governo conferma in Bilancio numerosi bonus per le famiglie per il 2025 (e non solo), però mancano molti fondi.
Entro la fine di quest’anno 2025, il Bilancio confermerà i 6 bonus destinati alle famiglie: dall’acquisto sugli elettrodomestici al rimborso dello psicologo, dagli acquisti utilizzando la Carta Dedicata a Te alla Dote Famiglia.
Complessivamente serviranno 1,7 miliardi di euro, anche se per alcuni incentivi potrebbero non essere sufficienti. Vediamo i limiti, il funzionamento delle misure, i requisiti e qual è l’iter per fare domanda.
Le criticità sui bonus famiglie previsti per il 2025
L’elenco dei bonus per le famiglie e i single (validi per il 2025 e anche oltre), sono molteplici, anche se ci sono delle criticità significative che potrebbero rendere più complesso l’accesso al beneficio.
Il primo problema riguarda gli aiuti per lo psicologo, le cui risorse finanziarie potrebbero coprire molti meno beneficiari rispetto al totale. Dalle prime stime si evince una copertura massima di circa 6.000 contribuenti.

Non manca poi l’elevata esigenza per poter attuare l’incentivo sulle auto elettriche, che verrà accettato soltanto dalle domande provenienti dalle zone ad elevato pendolarismo (è indispensabile che il richiedente ne abbia la residenza).
Ma quel che fa più discutere – per bonus come la Carta Dedica a Te e la Dote famiglia – è il limite ISEE, che in determinati casi è una soglia eccessivamente bassa, che rischia di escludere molti nuclei familiari in forte stato di bisogno.
Il consumo non cresce
Il Governo sta cercando “in tutti i modi” possibili di mantenere inalterato il potere d’acquisto, indispensabile per l’economia circolare. Purtroppo dall’ISTAT si evince che in un mese le vendite al dettaglio non hanno registrato miglioramento, ma transazioni, in alcune casi negative.
A trainare l’intero mercato è – seppur in parte – il settore alimentare, che segna una crescita pari al 2,9% (anche se i volumi sono scesi dello 0,8%). Secondo Fedele De Novellis impiegato nella società di analisi REF ricerche, il volume dei consumi negli anni è sceso drasticamente.
Oggi le famiglie hanno un potere d’acquisto più ridotto, rispetto al 2021 c’è un gap del -7,5%. In pratica su un acquisto medio di 100€, oggi potrebbero spenderne 92,5€.
Un altro motivo – conclude De Novellis – per cui le vendite sono ridotte è legato ai salari, che negli anni non sono mai stati aumentati. Dunque, seppur il miglioramento a sorpresa di settembre, il problema resta sul medio e lungo periodo.
