Ottime notizie per chi sperava nel bonus tessile 2025. Il MIMIT ha stanziato 15 milioni di euro che verranno elargiti alle imprese della concia così da contrastare la difficoltosa concorrenza a livello internazionale.
La finalità del bonus è quella di garantire alle aziende una sostenibilità economica tale da garantire l’acquisto della fornitura dei materiali utili all’intero settore tessile.
Bonus tessile 2025: i contributi previsti
Con un Decreto Legge specifico il bonus tessile 2025 per poter essere approvato deve soddisfare dei requisiti specifici, come ad esempio l’idoneità del codice ATECO delle micro, piccole e medie imprese: i codici ammessi in misura sono rispettivamente 13 e 15.11.
Grazie all’ultima Legge di Bilancio il fondo per il settore tessile ammonta a 30,5 milioni di euro (complessivi). Non tutti i soldi saranno disponibili nel 2025 ma si prevedono due trance: la prima da 15 milioni di euro erogabili già da quest’anno e la restante parte per il prossimo trienni (fino al 2027).
I contributi spettanti vengono stanziati a fondo perduto. La loro quantificazione è soggetta all’entità della spesa sostenuta facciamo qualche esempio: fino a cento mila euro l’indennità garantisce il 60% a fondo perduto.
Mentre per gli investimenti tra cento e duecento mila euro il fondo perduto garantito corrisponde sempre al 60% fino ad un massimo di cento mila euro. Gli investimenti eccedenti godranno di un prestito agevolato fino all’80%.
I criteri di ammissione
Il bonus per le aziende dell’industria tessile, prevede dei criteri di ammissibilità: il primo mira alla sostenibilità e all’accrescimento produttivo delle aziende beneficiarie, garantendo a loro volta una produzione non inquinante.
Il secondo criterio riguarda la sostenibilità a favore dell’ambiente. Ciò significa che i processi produttivi devono utilizzare dei materiali non inquinanti come ad esempio risorse scartate o riciclate.
Tra le spese ammesse rientrano:
- Acquisto di licenze informatiche inerenti all’attività tessile;
- Acquisto e montaggio di apparecchiature innovative purché siano completamente nuove;
- Formazione degli impiegati a finché sappiamo utilizzare le nuove macchine;
- Acquisto di licenze, certificazioni e brevetti che attestino la sostenibilità ambientale.
Le pratiche e le valutazioni finali sono sotto la gestione di Invitalia, che provvederà ad approvare o bocciare le domande delle imprese.