La Borsa Italiana è in netto recupero dopo il minimo storico toccato nei giorni successivi all’annuncio dei dazi Usa, che aveva fatto crollare in perdita a meno 15% Piazza Affari, con una performance negativa simile a quella provocata da altri storici eventi internazionali come l’inizio della guerra in Ucraina, la Brexit e le Torri Gemelle che avevano segnato l’inizio di una crisi dei mercati.
Come sottolinea il Sole 24 Ore, dal 2 al 7 aprile, anche grazie alle misure di sospensione temporanea dell’applicazione delle tariffe, decise da Trump, l’indice è salito nuovamente fino a -6,43%, chiudendo poco prima della pausa per Pasqua, in positivo rispetto ad altre Borse europee e con alcuni settori che si sono mostrati decisamente stabili.
Uno scenario che potrebbe far sperare gli investitori, anche alla luce delle previsioni per il futuro fatte dal responsabile di ricerca azionaria della società Intermonte Alberto Villa, che sostiene che allo stato attuale i prezzi siano correttamente stati applicati in relazione al rapporto con gli utili delle aziende, che dovranno essere rivisti al ribasso per effetto dei dazi, fino al 10 o 15% in meno.
Borsa italiana in ripresa dopo caos dazi ma lo scenario per il futuro resta incerto per i settori già in crisi
Piazza Affari in ripresa nonostante il caos dazi che ha provocato crolli degli indici delle Borse di tutto il mondo, nei giorni successivi al 2 aprile, data del “Liberation day” i listini sono risaliti passando dal 15% in meno al 6,43% di perdita, che tenuto conto dei tagli ai profitti sembrerebbe rispecchiare uno scenario prevedibile, visto il proseguimento della guerra commerciale. Alberto Villa, responsabile degli studi di Intermonte, ha dichiarato al Sole 24 Ore che “Le nuove valutazioni tengono conto del taglio delle stime sugli utili“, tuttavia le previsioni per il futuro non sono esenti da ulteriori rischi, provocati da variabili che devono essere considerate.
Tra queste, la difficoltà di recupero dei titoli di alcuni settori già segnati dalla crisi, come quello automobilistico ed energetico, che risente del calo prezzo del petrolio. Inoltre c’è l’incognita del comparto bancario, che potrebbe essere influenzato da un crollo del dollaro e dall’aumento dei clienti morosi che faranno crescere il numero di crediti deteriorati. La situazione resta quindi incerta e occorrerà considerare che, in caso di escalation delle tariffe, il governo sarà limitato nell’aiuto alle imprese, visto che l’Italia resta uno tra i paesi d’Europa con più alto rapporto debito/Pil.