Boss liberi, Salvini: “Una vergogna”/ Video Scarcerati per Covid: “Pessimo segnale”

- Alessandro Nidi

Il leader della Lega ha asserito: "È un oltraggio al lavoro e al sacrificio quotidiano delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria, che subiscono aggressioni e insulti" (video)

carceri Immagine di repertorio (Twitter)

Nel corso della puntata di “Fuori dal Coro” andata in onda ieri sera su Rete Quattro, il conduttore Mario Giordano ha lanciato un servizio relativo a una questione divampata durante il periodo di lockdown e relativa ai boss liberi, scarcerati a marzo in concomitanza dell’emergenza Coronavirus. Attualmente, sono 168 i boss mafiosi che circolano a piede libero, o quasi: hanno il permesso di uscire una volta alla settimana per fare la spesa o per farsi tagliare i capelli. C’è poi anche chi gode di permessi extra di due ore quotidiane per recarsi ad accudire gli animali nell’ovile sulle pendici dell’Aspromonte. In collegamento video, al termine delle immagini mostrate in diretta televisiva, è intervenuto il leader della Lega, Matteo Salvini, il quale ha dichiarato: “È una vergogna, un oltraggio al lavoro e al sacrificio quotidiano delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria, che ogni giorno subiscono aggressioni, insulti, minacce. Addirittura, in carceri come Santa Maria Capua Vetere e San Gimignano sono sotto processo loro per tortura, aggressione e violenza al posto dei delinquenti che hanno fatto le rivolte”.

BOSS LIBERI, SALVINI: “PESSIMO SEGNALE PER I NOSTRI RAGAZZI”

Matteo Salvini, poi, sempre in riferimento ai boss liberi, ha asserito: “È un pessimo segnale per i nostri ragazzi. Se uno era in galera per spaccio, la droga è morte. Ci sono colleghi parlamentari che sostengono che lo Stato dovrebbe legalizzare e vendere liberamente le droghe ai nostri giovani per favorire il rilancio del nostro Paese. Finché avrò fiato, io mi batterò con tutte le mie forze affinché questo non accada”. Dopodiché, Salvini ha fatto una riflessione conclusasi con un risvolto personale, relativo ai guai giudiziari che lo riguardano da vicino: “Dico ai ragazzi che la droga uccide… Ci sono tanti modi di divertirsi, di vivere, di amare. I voglio crescere in un Paese dove la certezza della pena sia tale. Vado a processo sabato 3 ottobre non perché ho rubato, ma perché ho bloccato gli sbarchi di immigrati e rischio quindici anni di galera per sequestro di persona aggravato e continuato a danni di minore. Praticamente, potrei passare più tempo io in galera che i boss scarcerati…”.

 







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