Brandeburgo valuta la possibilità di chiedere il riconoscimento di Israele per ottenere la cittadinanza: anche il sindaco di Berlino favorevole all'idea
Presto i cittadini che intendono chiedere la cittadinanza tedesca nel Land di Brandeburgo potrebbero trovarsi costretti a giurare fedeltà anche allo stato di Israele, riconoscendo con una dichiarazione ufficiale firmata il diritto all’esistenza e alla difesa dello stato ebraico: l’annuncio è stato fatto dal locale Ministro degli Interni indipendente René Wilke che sembra aver seguito l’esempio del Land della Sassonia-Anhalt; mentre la medesima decisione sembra essere anche al vaglio del sindaco di Berlino Kai Wegner, della CDU.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è utile ricordare che allo stato attuale a Brandeburgo – esattamente come in ogni altro territorio tedesco – la richiesta di cittadinanza è subordinata all’ovvia necessità di impegnarsi a rispettare le leggi e, soprattutto, la Legge Fondamentale della Repubblica Federale di Germania (ovvero la Costituzione), alla stipula di una dichiarazione di riconoscimento della responsabilità storica per quanto fatto dal regime nazista e di tutela della vita dei cittadini ebrei; oltre ai classici requisiti come la conoscenza del tedesco e l’impegno a trovare un lavoro stabile.
Secondo quanto dichiarato dal Ministro René Wilke, però, presto tra i requisiti per la cittadinanza a Brandeburgo sarà anche necessario postulare “il rispetto del diritto di Israele all’esistenza“: la ragione addotta da Wilke sarebbe legata al tentativo di ridurre i sempre più frequenti episodi antisemiti che si registrati sul territorio tedesco; mentre – ovviamente – non sono mancate le critiche, in particolare dal partito di Wagenknecht (nella coalizione di Wilke) che ha lamentato il fatto di non essere stato incluso nella decisione.
Oltre a Brandeburgo, anche Berlino sembra valutare la possibilità di giurare fedeltà a Israele per la cittadinanza
Insomma, Brandeburgo sembra poter presto diventare il secondo territorio tedesco a chiedere una sorta di giuramento di fedeltà a Israele ai suoi nuovi futuri cittadini, fermo restando che per ora le sfide per l’attuazione del disegno di legge – che è comunque datato giugno e non è ancora entrato in vigore – sono parecchie e potrebbe ancora essere cestinato; mentre il primo territorio ad adottare un simile regolamento è stato quello della Sassonia-Anhalt con una legge già varata nel 2023 e attualmente operativa.

Oltre a Brandeburgo e alla Sassonia, la stessa misura sembra piacere anche al sindaco di Berlino Kai Wegner che ha recentemente spiegato che ritiene del tutto logico “includere il riconoscimento del diritto di Israele all’esistenza come prerequisito per la cittadinanza”: il politico della CDU – secondo i media tedeschi – avrebbe già avviato una serie di trattative politiche in questa direzione con gli alleati della SPD; mentre qui il “problema” potrebbe essere il Ministro dell’Immigrazione berlinese Engelhard Mazanke che ritiene la clausola del tutto superflua dato che esiste già il “riconoscimento (..) alla speciale responsabilità storica per il regime nazista e le sue conseguenze”.
