Continua a tenere banco il caso di Giovanni Brusca, il mafioso pluriomicidia che è stato scarcerato negli scorsi giorni dopo 25 anni di carcere. Una notizia che ha fatto storcere il naso a molti, visto che Giovanni Brusca è stato associato ad alcune delle stragi di mafia più note, a cominciare da quella del giudice Giovanni Falcone del 1992. “La riduzione della pena fu estesa alla mafia su richiesta di molti magistrati fra cui anche Falcone e Borsellino ed ha funzionato – le parole di Luciano Violante, storico magistrato ed ex numero uno della Commissione Antimafia, parlando in diretta su La7 alla trasmissione Omnibus – è stata voluta anche da Falcone ma nasce molto prima, con i sequestri di persona”.
“Occorre una grande personalità – ha proseguito – se si pensa ai pasticci accaduti durante il processo per la strage a Borsellino e la sua scorta, in cui furono accreditati falsi collaboratori con condanne a persone che non centravano nulla, occorre altissima professionalità – ribadisce – nel valutare le dichiarazioni, è essenziale la qualità professionale di chi indaga, l’onestà intellettuale nel valutare queste dichiarazioni. Falcone ad esempio scoprì falsi collaboratori perchè occorre capacità”. Una norma che secondo Luciano Violante ha salvato numerose vite: “Se la collaborazione è importante per fermare altri omicidi. Io dico sempre, quante persone sarebbero morte oggi se non avessero parlato? lo stato non fa un giudizio morale ma politico e legislativo, mi conviene ridurre la pena, che son sempre 25 anni, e in cambio avere dichiarazioni che mi aiutano? Negli altri paesi non si procede nemmeno, si negozia con l’imputato”.
BRUSCA, VIOLANTE: “ATTUALMENTE VI SONO MAFIOSI CHE STANNO PARLANDO”
C’è chi chiede di bloccare questa legge, e a riguardo Luciano Violante storce il naso: “Attualmente vi sono alcuni mafiosi appartenenti alla ‘ndrangheta che stanno parlando e bloccare questa legge significa bloccare queste confessioni, non dobbiamo farci prendere dall’indignazione, nessuna indignazione c’è stata quando si è fatta la legge. C’è un problema morale ma lo stato non si occupa di morale ma di legge e di salvare le vite, le vite sono state salvate e di questo bisogna tenerne conto. Bisogna anche valutare se la pena sia stata scontata o se hanno avuto benefici immeritati, questo è ben diverso. Lo Stato non da giudizi morali – ribadisce – si basa sulle leggi, i giudizi morali sono personali”. Quindi aggiunge: “Vogliamo cancellare la legge? Possiamo farlo, nessuno è più indotto a parlare, non potremo salvare alcune vite umane, molte persone saranno esposte al rischio ma ci assuma la responsabilità di ciò che si dice. Dobbiamo andare alla radice delle cose, se no restiamo nel campo dei pettegolezzi. Bisogna andare alla verità”.
BRUSCA, AYALA: “LA SUA SCARCERAZIONE NON E’ UNA VERGOGNA”
Sulla vicenda si è espresso un altro storico ex magistrato del pool antimafia, Giuseppe Ayala: “Non nascondo che dal punto di vista emotivo quando ho appreso la notizia ho avuto un moto di forte stupore”, per poi parlare della legislazione sui collaboratori: “L’ho vissuta tutta. Prima era impensabile che un mafioso arrestato collaborasse, poi improvvisamente ad inizio anni 80, durante la guerra fra mafie, alcuni personaggi decisero di fare questo passo e ci lasciò un grande stupore. Il caso di Buscetta è il più famoso, il maxi processo ’86 ’87 di Palermo in cui ero pm irrogò 19 ergastoli e 2.670 anni di carcere a più di 300 imputati, e tutto questo grazie alle dichiarazioni di Buscetta e altri”.
“La vera svolta nel contrasto giudiziario repressivo nei confronti della mafia – ha continuato – vede nella collaborazione dei mafiosi uno dei suoi pilastri fondamentali. tutti i successi in buona misura sono legati all’avvento di questa novità inaspettata dei collaboratori di giustizia. L’uscita di Brusca è un costo che noi paghiamo ma i ricavi che quel costo ha comportato sono enormemente superiori a quanto pagato. Quelli contro i pentiti non capiscono nulla di mafia oppure pensano ai sondaggi. la vergogna di questo paese non è Brusca è che nel 2021 ci sono Cosa Nostra, ndrangheta e Camorra ancora potenti e tutto il paese ha questo problema”.