Bruzzone: “Donna segregata in casa da 22 anni? Era un bancomat”/ “Non aveva dignità”

- Josephine Carinci

La criminologa Roberta Bruzzone parla della donna segregata in casa per 22 anni a Campobasso: "Era un bancomat e non aveva alcuna dignità"

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La storia della donna di 67 anni segregata in casa da ben 22 dal fratello e dalla cognata in provincia di Campobasso continua a far discutere. Ci si chiede come sia possibile che in paese sia avvenuta una cosa simile e come mai nessuno si sia accorto della sua presenza sporadica, delle giornate passate dietro la finestra a guardare il mondo fuori e delle poche uscite, sempre accompagnata.

Roberta Bruzzone, criminologa, ne ha parlato a Ore 14 su Rai 2: “Per i suoi parenti questa donna era un oggetto, una sorta di salvadanaio. Non le veniva riconosciuta neanche la possibilità di avere bisogni elementari. La vita era ridotta al lumicino, anche nella dignità della persona. Non è soltanto una sequestro, ma una riduzione in schiavitù a mio parere. C’è qualcosa che va oltre l’impedimento di esercitare i propri diritti o la propria libertà personale. C’è un annichilimento progressivo, questa donna era un bancomat e non doveva avanzare diritti o pretese come quelli di cambiarsi l’abito o la biancheria intima”.

Segregata in casa per 22 anni, Bruzzone: “Impariamo a farci domande”

La donna, come hanno raccontato i vicini di casa, a volte usciva, ma sempre in compagnia di fratello e cognata. Erano loro ad accompagnarla dalla parrucchiera, una volta al mese, e a prendere la pensione. Era sempre vestita di nero e, come avrebbe raccontato lei stessa agli inquirenti, non le veniva permesso di cambiarsi: indossava infatti ogni giorno lo stesso vestito. Una situazione che gli abitanti del paese, a loro dire, non immaginavano tanto grave. Un testimone a “Storie Italiane” ha affermato: “Mai avremmo potuto immaginare che questa signora vivesse una situazione così drammatica”.

Eppure, secondo Bruzzone, la situazione della donna segregata in casa per 22 anni a Campobasso ha tanto da far riflettere. In molti, infatti, dovrebbero imparare a porsi più domande davanti a situazioni simili: “Molto simile alla vicenda della minore tenuta sotto sequestro per quasi 3 anni, seviziata e torturata anche davanti agli altri membri della famiglia. Evidentemente non sono realtà così infrequenti, ne stanno uscendo molte. Le persone limitrofe dovrebbero farsi qualche domanda in più”.





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