Buon Anno 2021 in tutte le lingue/ Come scambiarsi gli auguri in giro per il mondo

- Raffaele Graziano Flore

Buon Anno in tutte le lingue: ecco come scambiarsi gli auguri per l’arrivo del 2021 in giro per il mondo. Dall’Europa all’Estremo Oriente, fino all’Africa e… all’Esperanto

Buon Anno in tutte le lingue del mondo Buon Anno in tutte le lingue del mondo (Web, 2021)

Oramai ci siamo: mancano poche ore e poi ci si potrà scambiare gli auguri per l’arrivo del nuovo anno e mai come questa volta abbracciare il 2021 sarà non solo un momento per troppo tempo atteso ma anche una sorta di liberazione dopo che gli ultimi dodici mesi, soprattutto a causa della pandemia da Covid-19 e per via di tante altre piccole e grandi sciagure, non entreranno certamente nel nostro ideale libro dei ricordi da conservare. Ma se il “Buon anno nuovo!” pronunciato l’anno scorso non ha avuto l’effetto desiderato, si può riprovare stavolta e magari facendolo in tutte le lingue del mondo: in fondo a volte andare il classico “Happy New Year”, vero passe-partout oramai comprensibile da tutti, può essere originale anche solo per scoprire nuovi modi di dirlo o anche ascoltare il dolce suono dell’augurio in una lingua lontana anni luce della nostra e che nella nostra pronuncia finisce anzi per sembrare buffa.

Partiamo dalle varianti facili ai proverbiali auguri di buon anno nuovo, ovvero dal “bonne année” che si scambiano i nostri cugini transalpini e dal “ein gutes neues Jahr” che invece pronunciano in Germania (ma anche “Frohes neues Jahr”): molto simili, come sappiamo, sono gli auguri nelle confinanti Spagna e Portogallo (“feliz año nuevo” e “feliz ano novo”), ma sempre nel Vecchio Continente davvero pochi di noi sanno ad esempio quale è la versione albanese o greca, nonostante alcune reminiscenze degli studi classici rimangano. In questo caso è rispettivamente “gezuar vitin e ri” nel primo caso “kali chronia” o “kali xronia eutichismenos” nella versione ellenica. Si va invece sul difficile per i Paesi del nord e quelli scandinavi: se in Finlandia si dice “Hyvää uutta vuotta” e in Islanda è “Gleðilegt nýtt ár”, nelle isolate ma affascianti Isole Far Oer il piccolo scioglilingua di pronuncia è “gott nýggjár”.

“BUON ANNO” IN TUTTE LE LINGUE: COME SCAMBIARSI GLI AUGURI PER IL 2021

Allargando il nostro punto di osservazione e passando in rassegna i modo di augurare buon anno per il 2021 al di fuori dei confini europei, non si può non partire citando il cinese che, in un modo o nell’altro, fa da padrone oramai in ogni campo: due sono i modi a Pechino e dintorni, ovvero “xin nièn kuai le” e “xin nièn hao”, mentre restando nell’Asia Orientale i giapponesi dicono “akemashite omedetou gozaimasu” mentre le cose si fanno complicate anzichenò nella vicina Corea del Sud (“seh heh bok mani bat uh seyo”). Sempre in Asia, ma spostandoci in India, ci si augura buon anno nuovo dicendo “nav varsh ki subhkamna” che però diventa “aam saiid” o “sana saiida” nella lingua araba e “sâle no mobârak” in quella persiana: avvicinandoci alle nostre latitudini invece gli auguri in russo sono “Новым Годом (S novim godom)” mentre in Turchia si pronunciano pressappoco così: “yeni yiliniz kutlu olsun”.

Infine, al termine di questo nostro breve excursus che non può purtroppo contemplare tutte le lingue del mondo (anche se ci sarebbero parlate locali e versioni davvero molto curiose e colorite che meriterebbero ciascuna un approfondimento anche in relazione alla loro origine) possiamo citare alcune culture che, per un motivo o per l’altro, sono molto ‘lontane’ dalla nostra: ad esempio alle Isole Hawaii il corrispettivo del nostro “Buon Anno” è “hauoli makahiki hou”, mentre in mongolo diventa “shine jiliin bayariin mend hurgeye”, laddove invece in swahili (lingua bantu diffusa soprattutto nell’Africa orientale) è “mwaka mzuri”. Se nelle Filippine poi si dice “Maligayang bagong Taon” e in Thailandia il quasi impronunciabile “S̄wạs̄dī pī h̄ım̀”, la conclusione la lasciato all’Esperanto, ovvero quella lingua artificiale sviluppata verso la fine dell’Ottocento dall’oculista polacco Ludwik Zamenhof, nata con lo scopo di unire i popoli e farli conversare cercando la pace e l’armonia: “felicxan novan jaron feliæan novan jaron” è il modo di farsi gli auguri stando a quella che oggi è una delle LAI (Lingue Ausiliarie Internazionali) ma anche un auspicio di speranza per il futuro.





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