MILAN/ La giornata del dissenso dei tifosi
Un proiettile via posta in via Turati per scuotere la campagna acquisti rossonera
Un proiettile via posta in via Turati per scuotere la campagna acquisti rossonera
Il tam tam sulla rete era già arrivato da qualche giorno. Siti e blog di tifosi rossoneri allertavano il popolo milanista a far sentire la propria voce giovedì 26 giugno, ribattezzata “La giornata del dissenso”. La proposta era quella di innondare via Turati con migliaia di lettere e cartoline per manifestare la propria delusione per la campagna acquisti. Qualcosa di giusto nell’iniziativa, in fondo, c’era anche: i supporter del club milanese si lamentano soprattutto per il modo in cui sono state gestite determinate situazioni, come l’affare Ronaldinho sbandierato ai quattro venti durante la campagna elettorale per le politiche di aprile e poi rivelatosi una burla. La presa in giro scotta, più dei mancati acquisti fatti. Anche perchè, tuttosommato, il Milan si è mosso discretamente e anche più di tante altre squadre. Flamini, Zambrotta, Boriello. E il mercato termina tra due mesi.
La libertà di manifestare è comunque un diritto, specie se la cosa è condotta in maniera pacifica. Qualcuno però ha forse calcato la mano e una missiva destinata a Galliani recava come presente un bel proiettile. La cosa, in sé, potrebbe quasi essere presa come un gesto goliardico, se non fosse che i burrascosi trascorsi tra la dirigenza e una parte della tifoseria non possono far passare l’accaduto come una simpatica trovata.
A marzo del 2007 le prime intimidazioni dirette all’ ad, al presidente e all’allenatore. Poi alla vigilia della finale di Atene le minacce di far saltare la partita se la società non avesse accordato un pacchetto di biglietti gratuiti ad alcuni gruppi organizzati.
A marzo del 2007 le prime intimidazioni dirette all’ ad, al presidente e all’allenatore. Poi alla vigilia della finale di Atene le minacce di far saltare la partita se la società non avesse accordato un pacchetto di biglietti gratuiti ad alcuni gruppi organizzati.
A rischio di sembrare moralisti è dunque sacrosanto definire deprecabile tale gesto, non fosse altro che Galliani è sotto scorta da settembre. A questo punto speriamo che la prossima “bomba” a scoppiare sia di mercato.
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