Stavolta la rottura è totale. Tra la Lazio e Ledesma il divorzio sembra imminente. A dimostrazione le dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente Lotito a Radioradio: «Questa società non consentirà a nessuno di apporre un diktat. Noi vogliamo solo giocatori attaccati alla maglia. Chi vuole andare via potrà farlo, alle nostre condizioni. Non accetto che qualcuno si rivolga alla stampa per parlare dei propri problemi. Questa si chiama estorsione». Parole dure che pesano non poco sul tentativo di riconciliazione fra le parti e che somigliano molto a quelle che lo stesso Lotito utilizzò nei confronti di Behrami solo qualche settimana fa, prima che lo svizzero si accasasse al West Ham.
La replica dell´agente del calciatore non si è fatta attendere: «Sorrido, sono le dichiarazioni di una persona che si è reso conto di aver sbagliato – spiega D´Ippolito – Il termine estorsione è così improprio che non merita nemmeno una risposta. Possibili scenari? Il ragazzo è tranquillo e vuole rimanere per quest´anno a Roma. Offerte? Secondo me arriveranno a fine agosto, come accadde lo scorso anno . Sono diverse le squadre che potrebbero interessarsi a lui. Se Thiago come sembra dovesse lasciare la juventus non mi stupirei se Ranieri venisse a bussare alla porta della Lazio». Il rischio quindi che l´argentino lasci la Capitale è alto. Lo scenario è abbastanza chiaro: se arriva l´offerta giusta, il centrocampista verrà ceduto. Uno scontro che forse si poteva evitare.
Da un lato c´è una presa di posizione, quella di Ledesma, troppo rigida considerando che il contratto del calciatore scade nel 2011 (anche se può svincolarsi il 30 giugno del 2009 grazie all´articolo 17 della Fifa). Allo stesso tempo la società paga forse qualche errore strategico per aver rinviato più volte la promessa di adeguare il contratto al giocatore. Chi spera alla fine di non doverne pagare le conseguenze è Delio Rossi che ora si ritrova, a venti giorni dall´inizio del campionato, senza la certezza di poter fare affidamento su quello che ritiene il perno della sua squadra.
(Fonte: La Repubblica)