Franco Lauro, giornalista Rai e volto televisivo della nuova edizione di 90° minuto che torna sugli schermi dopo tre anni di assenza, tratteggia la seconda giornata di campionato in questa intervista concessa in esclusiva al il sussidiario.net. Il Milan sta soffrendo e deve risolvere molti problemi, ma resta «l’antagonista principale dell’Inter che ha il dovere morale di vincere la Champions». Per la Juve e la Roma sono fondamentali i recuperi di Chiellini e Totti. Dopo gli incidenti della prima giornata, Lauro analizza anche la situazione e i recenti provvedimenti adottati dall’Osservatorio, fermo restando che la vera soluzione va nella direzione di avere stadi di proprietà delle singole società.
Riparte il campionato e le grandi non possono stare a guardare. Il Milan, in particolare, va a Genova con molte difficoltà da affrontare
Per il Milan è sicuramente un esame importante. Una sconfitta all’esordio pesa e in questo caso ha pesato per due settimane. Si sapeva che c’erano alcuni problemi in difesa, ma i problemi sembrano accresciuti. Ho l’impressione che a gennaio si renderà necessaria un’aggiunta importante nella rosa per lottare fino in fondo per il titolo. Anche se è presto per dirlo. Sarà importante il rientro di Kakà che dovrà coprire alcune difficoltà. Il Milan sta scontando anche la condizione di Pirlo, che nelle ultime uscite mi è sembrato sottotono.
L’Inter rimane l’avversario da battere
L’Inter è partita con il ruolo di favorita in campionato, ma ha anche l’obbligo di vincere in Europa. Ha cambiato la guida tecnica, mantenendo più o meno lo stesso organico. L’ultimo innesto di Quaresma, fortemente richiesto da Mourinho, porterà dei vantaggi per cifra tecnica e per l’adattabilità al sistema di gioco. Tra una settimana riparte la Champions e il presidente Moratti è stato fin troppo chiaro, dicendo che l’Inter ha il dovere morale di vincere una Coppa che manca da troppo tempo nella bacheca nerazzurra. In campionato resta, comunque, la favorita. Le difficoltà delle grandi alla prima giornata sono da mettere in preventivo: la Sampdoria era un banco di prova duro e il risultato finale va preso con le molle.
Quale può essere il ruolo della Juve?
La Juve è una squadra solida. Ranieri ha messo tassello dopo tassello quello che serviva alla squadra. Quest’anno i bianconeri dovranno misurarsi anche in Europa; già alla prima gara con lo Zenit, che gioca un calcio molto bello, non sarà facile. Bisognerà valutare nel corso dei mesi il doppio impegno: si riducono gli allenamenti e i tempi di recupero per i giocatori.
A Firenze ha gettato al vento una ghiotta occasione
Per la Juve è fondamentale il recupero di Chiellini. La distrazione nei minuti finali di Firenze conferma la sua importanza: con Chiellini è una delle difese più forti.
Gli uomini Prandelli puntano in alto
La Fiorentina non mi è dispiaciuta. Adesso trova il Napoli che, pur in inferiorità numerica, ho visto bene all’Olimpico contro la Roma.
La Roma è pronta per il definitivo salto di qualità?
I giallorossi attendono il recupero di Totti, fondamentale in Italia e in Europa. La nazionale ha restituito un ottimo De Rossi, il collante necessario per il modulo di Spalletti. Gli acquisti hanno bisogno di tempo, è Totti, però, che può garantire il salto di qualità per il vertice della classifica. Resta da valutare anche qui il peso dell’impegno europeo.
Il Milan può trarre benefici dall’assenza dell’impegno in Champions?
Il Milan, che in passato si è dedicato più al campo internazionale, ha buone chances in campionato. Deve risolvere i problemi in difesa, deve trovare la quadratura del cerchio di squadra e gestire tre palloni d’oro. È la principale squadra antagonista dell’Inter.
La nazionale si è affidata ai singoli (Di Natale e De Rossi), ma ha messo in mostra un gioco carente
Sì, il gioco latita, ma quel che conta è che sono arrivate due vittorie e sei punti. Dopo u Europeo deludente, i primi impegni non si potevano considerare ordinaria amministrazione. Giusto sottolineare anche la crescita costante di tutto il calcio europeo: le squadre cosiddette cuscinetto non esistono più. I risultati sono positivi, il gioco migliorerà.
Dopo gli incidenti alla prima giornata, non si può non parlare della violenza legata al mondo del calcio. Qual è il suo punto di vista?
La situazione è delicata. L’Osservatorio sta facendo un lavoro serio, rispetto molto quello che si sta facendo. Purtroppo si è dovuti arrivare all’ennesima morte, quella dell’Ispettore Raciti, per stringere ulteriormente la vite delle regole. Certo i rapporti difficili fra alcune tifoserie continueranno a creare tensione. L’obiettivo è quello di arrivare a stadi gestiti dalle società. In questa visione futura le forze dell’ordine dovrebbero essere quasi inesistenti e dovrebbero svolgere un ruolo di cerniera in alcune zone: non dovrebbero fare da scorta e corredo dei movimenti dei tifosi dalle stazioni ferroviarie o dall’autostrada verso le stadio e viceversa.
Arrivano le prime critiche al divieto delle trasferte per i tifosi
L’Osservatorio va lasciato lavorare, altrimenti si corre il rischio che le chiacchiere e i commenti creino solo confusione. La questione dei gruppi organizzati che si spostano è cosa seria. Bisogna, comunque, avere cautela in una fase come questa. Di tutto c’è bisogno, meno che di parole in libertà. Mi attengo alla decisione, valuteremo i risultati. Ad onor del vero i risultati nella passata stagione sono stati positivi. Abbiamo scoperto che dietro l’inizio drammatico di quest’anno c’era anche un discorso di criminalità organizzata.
La Rai ha scongiurato anche il rischio di non poter vedere i gol in chiaro. Una storica trasmissione come 90° minuto è tornata
Sono molto soddisfatto di condurre una trasmissione, uno storico marchio, che, lanciato nel 1970, ritorna in Rai dopo tre anni di assenza. Sono felice di lavorare con Giampiero (Galeazzi, ndr) e con Longhi, con il quale ho condiviso anche gli Europei di Austria e Svizzera. La prima puntata è stata straordinaria per il seguito di pubblico, il tempo ci aiuterà ad oliare alcuni meccanismi, ma del resto abbiamo fatto una trasmissione a poche ore dalla firma dell’accordo.