MILAN – Si possono sostanzialmente sintetizzare in 10 punti, come scrive la Gazzetta dello Sport, i cambiamenti del Milan di Leonardo rispetto a quello di Ancelotti. Dieci piccole modifiche, che purtroppo per i supporters del Diavolo, non hanno finora portato ai risultati sperati. La prima grande modifica riguarda l’uso del pallone. «Leonardo ha deciso – si legge sulla rosea – d’accordo con il suo staff di collaboratori, di far sostenere sempre allenamenti con il pallone. Mai noiose sedute soltanto atletiche».
La seconda modifica riguarda gli orari degli allenamenti: prediletto il mattino, con il pomeriggio, quando è possibile, dedicato al riposo. La terza novità è il ritorno dalle trasferte. Il Milan, storicamente, rientrava il giorno dopo la partita, ma con il corso Leonardo ci si imbarca subito sull’aereo del ritorno a poche ore di distanza dalla fine della gara: «I giocatori hanno apprezzato il cambiamento – scrive la Gazzetta – possono dormire una volta di più nel loro lettuccio, e non in una stanza d’albergo». Si passa poi al personale medico. Visti i continui infortuni muscolari della scorsa stagione è stato rivoluzione lo staff e l’unico sopravvissuto è stato Roberto Boerci, massaggiatore sempre presente in panchina. La quinta novità riguarda il turnover. Solo una volta Leo ha riproposto la stessa formazione e gli unici sempre titolari nelle uscite rossonere sono stati Storari e Nesta. Leonardo ha poi introdotto la figura dei tattici: due persone che si piazzano in tribuna armati di pc, che analizzano la partita dal punto di vista degli schemi, dei moduli, dei movimenti e via dicendo. Vi è poi il dogma delle zero interviste: «Quello che devo dire lo comunico a tutti, prima e dopo le partite», ha sottolineato il brasiliano. L’ottavo diktat riguarda la formazione. Secondo quanto trapela da Milanello Leonardo comunica la formazione ai giocatori solo due ore prima della partita, in modo che tutti si sentano in bilico e stiano sulla corda.
Il nono comandamento riguarda il rapporto con il presidente Berlusconi. Prima di ogni gara l’allenatore e il suo principale si sentono sempre per scambiarsi opinioni. Infine, il cambiamento nel modo di vestire. Leo si siede in panchina sempre elegante con camicia bianca e cravatta nera: a Milanello l’immagine è sempre stata importante ed in questo Leo, ha forse battuto Ancelotti.