La Federation Cup è, o meglio, dovrebbe essere un appuntamento importante per il tennis femminile e questo fine settimana vedrà l’Italia giocare la finale contro gli Stati Uniti. Abbiamo scritto “dovrebbe” perché la squadra americana di presenta senza le sorelle Williams…. Rino Tommasi racconta, in esclusiva a ilsussidiario.net, tutte le sue perplessità su questa manifestazione e su un tennis che in Italia fatica a diventare importante…
Tommasi, le sorelle Williams non ci saranno a Reggio Calabria. La loro assenza svuota questa manifestazione dell’importanza che dovrebbe avere?
Certo, sarà tutto più facile per Pennetta e Schiavone portare a casa la vittoria. Ma lo spettacolo ne rimane penalizzato.
Sembra proprio che le due sorelle non fossero poi così interessate alla Federation Cup…
Loro hanno sempre trattato con sufficienza la Federation. D’altronde sono abituare a vincere i grandi tornei internazionali… e negli Stati Uniti non hanno dato tanta importanza alla loro assenza dalla finale. Se Pennetta e Schiavone avessero detto di no alla finale in Italia sarebbe successo quasi un problema di stato.
Non è quindi così importante vincere la Federation Cup?
Per noi che non abbiamo giocatrici che possono vincere un grande torneo è importante… Tanto tra vent’anni nessuno si ricorderà dell’assenza delle Williams e tutti guarderanno l’albo d’oro. Ci siamo entusiasmati per l’ingresso di Flavia Pennetta nelle prime dieci giocatrici del mondo. Mentre in Spagna Sanchez ha vinto quattro tornei del grande slam e la Martinez ha vinto Wimbledon. In Belgio, in Francia, in Svizzera ci sono state atlete in grado di fare grandi cose. Senza per questo dover parlare degli Stati Uniti. Ci accontentiamo di poco…
Il tennis femminile azzurro è comunque uno passo avanti rispetto a quello maschile…
Il tennis femminile almeno ha due giocatrici nelle prime venti. Tra gli uomini non c’è neanche un giocatore tra i primi cinquanta. Bisogna ammettere che Pennetta e Schiavone giocano un tennis discreto e sono a un buon livello di classifica.
Perchè questo momento così triste per il tennis italiano?
Perché mancano tante cose, ad esempio gli insegnanti che facciano imparare ai giovani giocatori come crescere e acquisire il grande tennis. La Spagna in questo senso è maestra e la stessa Pennetta che è cresciuta così tanto ha scelto Barcellona come sua città d’adozione sportiva e di vita.
Colpa della federazione?
La Federazione fa ben poco. In realtà in Italia chi sa fare un buon lavoro non sceglie di diventare dirigente in qualche federazione. Non abbiamo buoni dirigenti dello sport in generale… Per quanto riuarda il tennis cito solo un dato: ci sono 22 paesi nella classifica maschile dei primi 50 tennisti al mondo. E tra questi non c’è l’Italia…
Forse è colpa della scuola…
Il rapporto scuola – sport è deficitario. A scuola non si impara e non si fa sport. Non ci sono campi da tennis nelle scuole e le altre strutture sportive mancano completamente. Diversamente dagli Stati Uniti dove nei college si fa e si impara sport in modo eccelso. E quindi anche il tennis. I risultati alla fine si vedono.
(Franco Vittadini)