Un giorno sei sulla graticola e il giorno dopo sei sugli altari. Questo concetto è chiaro a molti allenatori, che spesso pagano il troppo entusiasmo dei loro presidenti e la passione incontrollata dei tifosi. Soprattutto in serie A manca sempre di più una fase progettuale, diversamente non si possono comprendere i cambi in panchina a dieci giornate dalla fine. A Torino, ad esempio, Cairo sta provando il terzo tecnico, ma forse non si è chiesto se a sbagliare in questi anni è stata proprio la società. Anche le squadre di vertice non si sottraggono a una forma di contratto a tempo (sarebbe meglio dire a raggiungimento del risultato) che non mette nelle condizioni migliori il mister in questione. Apparentemente i contratti sono lunghi, ma allo stesso tempo sono fatti per non essere rispettati. Nello spogliatoio la mancanza di fiducia da parte di una società verso il proprio allenatore si percepisce e si alimenta con le prese di posizione dei giocatori. L’autunno sembrava essere il mese dell’esonero di Claudio Ranieri, la primavera offre ai tifosi bianconeri un nuovo idillio tra la società e l’allenatore romano. La condizione ultima resta la conquista della Coppa Italia, mentre per il discorso scudetto si punta tutto sul big match con l’Inter per provare a mettere paura ai nerazzurri. I giocatori hanno capito che la società è dalla parte dell’allenatore, ecco allora che alcuni come Trezeguet, il cui feeling con Ranieri non è ottimo, lamentano una plateale insoddisfazione per i pochi minuti a disposizione. Giocatori che lanciano segnali alla società. Non basta comunque nemmeno vincere per meritarsi la riconferma. Mourinho sta lottando per lo scudetto, ma è stato acquistato per fare un diverso cammino in Europa e soprattutto per imprimere la sua filosofia alla squadra. Il rendimento dell’Inter non è lontano da quello di Mancini e il tecnico portoghese potrebbe pagare gli acquisti inutilizzati di Quaresma e Mancini. La conferma di Benitez a Liverpool chiude le porte ad un interessamento di Branca per l’allenatore spagnolo. Massimo Moratti accarezza il sogno di un tecnico come Cesare Prandelli (preparato, simpatico e lontano dalle polemiche), anche se non può permettersi di avere a libro paga, senza utilizzarli, sia Mancini che Mourinho. Il Milan sta seriamente pensando di salutare Ancelotti per dare un svolta all’ambiente. Il nome sempre più frequente è quello di Leonardo, non è però da escludere l’ipotesi olandese (Van Basten). Lo stesso Ancelotti, nonostante insegua il record di Nereo Rocco, potrebbe scegliere la via dell’abbandono: la società non ha intenzione di investire grandi risorse, ma è chiaro ai più che servono alcuni correttivi importanti, allora bisogna chiedersi fino a quando Ancelotti è disposto a fare da capro espiatorio. La posizione di Spalletti è molto simile a quella di Ancelotti: da una parte la mancanza di risorse da investire, dall’altra la voglia del tecnico di mettersi nuovamente in discussione. L’incertezza societaria potrebbe aprire anche delle ipotesi interessanti di mercato (De Rossi, Mexes e Aquilani restano o partono?). A Roma si parla di Ancelotti (a Madrid si tengono stretto Ramos, al Chelsea hanno scelto Rijkaard), che non ha mai nascosto il desiderio di allenare la sua ex squadra a patto che si lotti per vincere.
Luciano Zanardini